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Venerdì, 29 Marzo 2024
CRONACA

Immigrazione, il piano dell'Ue in dieci punti: "Distruggere i barconi"

Il piano d'azione sarà presentato giovedì al vertice europeo straordinario: prevede il rinforzo delle operazioni Triton-Poseidon e la cattura e distruzione dei barconi usati dai trafficanti. I superstiti del naufragio, intanto, sono arrivati a Catania: arrestati due scafisti

ROMA - Rafforzare l'operazione Triton per la sicurezza delle frontiere nel mar Mediterraneo, prevedere meccanismi di emergenza per la redistribuzione dei profughi, ma soprattutto lanciare un "sistematico sforzo per sequestrare e distruggere le barche dei contrabbandieri di esseri umani". Sono i punti principali del piano d'azione europeo per fronteggiare l'emergenza immigrazione. Il piano di dieci punti è stato presentato dalla Commissione e approvato a Lussemburgo dai ministri degli Esteri e degli Interni e sarà discusso al vertice straordinario convocato per giovedì.

Per la caccia ai trafficanti viene evocato il modello dell'operazione Atalanta, con le navi militari dell'Ue in missione anti-pirateria nel Corno d'Africa. Per realizzarlo servirebbe un mandato del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ma la Ue è pronta ad attivarsi. E c'è già chi, come il Belgio, si dice disposto a mettere a disposizione mezzi militari. Nell'ambizioso piano d'azione preparato da Avramopoulos (commissario europeo per le migrazioni), il rafforzamento delle risorse per Frontex e l'operazione Triton appare però ancora limitato. Nell'ultima bozza circolata si parlava di raddoppio, una quantificazione lontana dal "cambio di ordine di grandezza" chiesto da Gentiloni che definisce gli appena "tre milioni al mese" attualmente a disposizione per Triton come "non all'altezza della maggiore potenza economica del pianeta". Nel testo finale si parla genericamente di "aumento" e Avramopoulos indica che la cifra potrebbe essere rivista. Per Alfano è comunque "un primo passo".

SUPERSTITI A CATANIA - E intanto è approdata alle 23:45 di ieri sera al porto di Catania la nave "Gregoretti" dalla guardia costiera con a bordo ventisette dei ventotto migranti sopravvissuti al naufragio di un barcone la notte tra sabato e domenica scorsa a 73 miglia dalle coste libiche. Il 28esimo naufrago era stato condotto a Catania il giorno prima, invece, per essere ricoverato all'ospedale Cannizzaro. La nave è arrivata nel capoluogo etneo dopo essere salpata, intorno alle 15, da Malta dove aveva sbarcato le 24 salme recuperate dal mare nel corso delle operazioni di ricerca e soccorso che sono andate avanti tutto il giorno anche ieri.

Ad attendere il mezzo della guardia costiera (LE FOTO), sul molo c'era anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Graziano Delrio, il quale è salito a bordo della nave per incontrare i sopravvissuti e complimentarsi con l'equipaggio per il lavoro svolto. "Sono persone sfinite - ha detto il ministro rispondendo ai giornalisti sul molo -, senza forze, ma che hanno avuto il coraggio di un sorriso e di dire un grazie. Credo che questo grazie, tutta l'Europa lo debba dare a tutte le donne e gli uomini impegnati in queste operazioni di soccorso, anche in queste ore, di altre vittime di un traffico ignobile".

Migranti riabbracciano i figli persi durante un naufragio

ARRESTATI DUE SCAFISTI - Tra i 27 migranti sopravvissuti c'erano anche due scafisti, il comandante tunisino del barcone e un suo assistente, che sono stati arrestati dagli uomini del procuratore capo Giovanni Salvi. "La lotta ai trafficanti di morte continua - ha detto Delrio - Lo Stato italiano non darà tregua". Sul molo c'era anche il procuratore Salvi, che nel pomeriggio aveva osservato come "le modalità operative con le quali oggi la Marina Militare e le Marine di altre nazioni europee nell'ambito di Frontex e Triton si adoperano per salvare le vite dei migranti sono certamente per loro stessa natura, meno efficaci per le indagini di polizia giudiziaria, rispetto a Mare Nostrum che consentiva la presenza a bordo delle navi, di personale della polizia giudiziaria, con una immediata attivazione delle indagini, che ha consentito di individuare e catturare trafficanti". Per Salvi, "il dispositivo attuale, con navi mercantili non adeguatamente attrezzate per il salvataggio in mare, può determinare un non adeguato intervento di soccorso. Verificheremo quale sia stata la causa delll'affondamento. Ma il soccorso in mare è un'attività estremamente difficile e di elevata professionalità".

Secondo una stima dell'Alto commissariato Onu per i rifiguati (Unhcr) e dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) sono 800 i morti del naufragio. "Possiamo dire che 800 persone sono morte", ha dichiarato Carlotta Sami, portavoce dell'Unhcr in Italia; una stima poi confermata dal portavoce dell'Oim Flavio di Giacomo. "Abbiamo confrontato le testimonianze, c'erano un po più di 800 persone a bordo, tra cui alcuni bambini di dieci, dodici anni. C'erano siriani, circa 150 eritrei, somali. Erano partiti sabato alle otto da Tripoli", in Libia, ha spiegato Sami. I sopravvissuti sono invece "originari del Mali, dello Gambia, del Senegal, della Somalia, dell'Eritrea e del Bangladesh", ha aggiunto Di Giacomo, precisando che tra di loro figurano anche quattro minori.

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