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Venerdì, 29 Marzo 2024
Caro carburante

Caro benzina, si indaga per rialzo fraudolento

La Guardia di Finanza ha accertato, dopo un anno di indagini, che gli aumenti tra gennaio 2011 e marzo 2012 sono stati causati dalle manovre speculative delle compagnie petrolifere

"Rialzo fraudolento del prezzo dei carburanti": è quanto Guardia di Finanza e Procura della Repubblica di Varese hanno accertato dopo un anno di indagine sulle compagnie petrolifere che, con manovre speculative, hanno scaricato sugli utenti l'onere economico delle loro operazioni finanziarie, nel periodo che va da gennaio 2011 a marzo 2012.

L'indagine, si legge in una nota, è iniziata dopo un esposto del Codacons e ha esaminato le variazioni in aumento e in diminuzione del prezzo dei carburanti in quel periodo. Dopo aver analizzato le modalità di formazione del prezzo alla pompa e di organizzazione della rete distributiva, i finanzieri hanno proceduto al confronto con i prezzi praticati negli altri Paesi dell'Unione Europea nello stesso periodo, rilevando valori più alti in Italia.

Poi sono state esaminate le transazioni commerciali tra diverse società, basate su acquisti e cessioni di prodotti petroliferi tra consociate con sedi in diversi paesi europei, rilevando che l'aumento non era attribuibile soltanto alla crescente domanda di energia dei cosiddetti Paesi emergenti, bensì al ruolo rilevante dei fondi di investimento quotati sul petrolio, fortemente influenzati da manovre speculative da parte delle compagnie petrolifere mediante operazioni di finanza derivata per mantenere sul mercato prezzi più elevati del greggio di loro proprietà e, alla fine della catena, prezzi più alti nella rete di distribuzione.

Gli investigatori hanno prima esaminato le istruttorie intraprese nel tempo dall'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e dal Ministero dello Sviluppo Economico, poi si sono concentrati sull'analisi dell'organizzazione dell'intera filiera distributiva. L'obiettivo era quello di individuare eventuali ostacoli allo sviluppo dei cosiddetti impianti no logo e verificare l'esistenza di meccanismi per impedire un corretto stimolo concorrenziale e le modalità di determinazione dei prezzi. I finanzieri hanno quindi proceduto al raffronto con i prezzi praticati negli altri Paesi dell'Unione Europea nello stesso periodo.

L'indagine ha fatto emergere come la causa principale dell'aumento sia attribuibile, oltre che a una crescente domanda di energia dei cosiddetti Paesi emergenti, al ruolo rilevante dei fondi di investimento in commodity (materia prime come petrolio, rame, argento, oro) e gli Etf sul petrolio (fondi indicizzati quotati in Borsa, in tempo reale, come semplici azioni). Questi, risultando fortemente influenzati da azioni speculative, stante la loro elevata redditività, da un lato hanno attratto investitori in grado di determinare un aumento del prezzo del petrolio pur restando estranei al suo mercato reale, come talune banche d'affari, dall'altro hanno determinato un intervento speculativo da parte delle compagnie petrolifere.

Al termine delle indagini il gip del Tribunale di Varese ha riconosciuto l'esistenza di un rialzo fraudolento dei prezzi dei carburanti attraverso manovre speculative in danno degli utenti finali, commesse dagli organi apicali delle compagnie petrolifere, le cui sedi sono ubicate fuori dal territorio di Varese. Per tali ragioni, gli atti inerenti l'indagine sono stati trasmessi per competenza territoriale alle Procure della Repubblica di Milano e Roma.

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