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Giovedì, 28 Marzo 2024
Incidenti aerei

Volare low cost, "se scendono i prezzi diminuisce la sicurezza"

Il numero dei morti per incidenti aerei è diminuito: si è passati dai 2010 nel 2013 ai 939 nel 2014. Ma la sicurezza dipende anche dai piloti, che più volte hanno denunciato condizioni di lavoro insostenibili

Dopo il primo disastro aereo che ha coinvolto una compagnia low cost in Europa, trenta sono stati i voli cancellati dalla Germanwings: l'equipaggio si è rifiutato di decollare “perché i piloti non si sentivano in condizioni di assicurare il volo”. Questo è stato il modo per esprimere preoccupazione sulle cause dell’incidente dell'Airbus A320, considerate legate alle riparazioni dei portelli anteriori del carrello di atterraggio. Lufthansa ha negato ogni collegamento tra le riparazioni e i voli cancellati: la compagnia ha additato il rifiuto del personale a "ragioni personali" e "all’emozione e al dolore" causati dalla perdita di alcuni colleghi nell’incidente. 

La paura di volare è però tornata a popolare le menti degli europei, abituati ormai da anni a viaggiare nei cieli a basso prezzo. Secondo i dati dell'International air transport association (Iata) nel 2014 le vittime di incidenti aerei sono stati 641 a cui si aggiungono le 298 vittime del disastro aereo della Malaysia Airlines in Ucraina. Nel 2013 i morti erano stati 2.010. Insomma l'assioma "più tecnologia-più sicurezza" funziona. Non solo sono calate le morti, ma anche la quantità degli incidenti: 16 nel 2013, 12 nel 2014. Se non si risparmia sulla sicurezza, come si fa ad abbattere i costi?

Aereo caduto in Francia: le prime immagini dei soccorsi | Foto Twitter

PAGARE MENO IL PERSONALE - La sicurezza in volo non dipende soltanto dalla tecnologia del velivolo, ma anche dal personale di bordo, in particolare dai piloti. Qualche anno fa un pilota della Ryanair aveva raccontato in un libro cosa significasse fare il suo lavoro, affermando senza mezzi termini che "il modello di gestione dell'azienda improntato solo alla riduzione estrema dei costi e all'ottimizzazione dei guadagni" poteva "mettere in pericolo la sicurezza dei voli". "Sareste tranquilli in quanto passeggeri se sapeste che il comandante ha dormito appena 3 o 4 ore la notte precedente?" si chiedeva il pilota Cristian Fletcher (nome di fantasia) e autore di "Ryanair. Low cost mais à quel prix?" (Ryanair. Low cost ma a che prezzo? nrd).

Non è stato il solo a parlare. In un'inchiesta della rete televisiva France 2 le low cost vengono messe sotto accusa proprio per le condizioni di lavoro del personale. Sono gli stessi piloti ad ammetterne il peggioramento, sia dal punto di vista finanziario che da quello della sicurezza, propria e dei passeggeri. In questo Europa e Stati Uniti sono molto diversi: se negli Usa il turno lavorativo massimo è di nove ore e per le tratte a lunga percorrenza è prevista la presenza di tre piloti, in Europa il turno consuetudinario è di otto ore e di solito in cabina di pilotaggio ci sono solo due persone, anche se il viaggio è lungo. 



TURNI MASSACRANTI NO STOP - Un altro dettaglio interessante che emerge riguarda la formazione dei giovani piloti, costretti spesso a pagare per volare, in modo che la loro licenza non perda validità. C'è anche un pilota che racconta della sua "giornata lavorativa" durata di 96 ore con sole dieci di sonno. Infine una coppia di colleghi ricorda quei 5 giorni con 50 ore di volo. 

TUTTO A NORMA - Le nuove “Flight time limitations”, approvate nell’ottobre 2013 dall’Agenzia europea sulla sicurezza aerea, prevedono tutto questo. Recentemente la Commissione trasporti del parlamento europeo ha sottolineato come attualmente ci sia il rischio di diminuire i livelli di sicurezza che i cittadini si aspettano. 

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