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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il caso

Cartelle truccate e fatture gonfiate: nei guai il presidente dell'Inps

Antonio Mastrapasqua, presidente dell'Inps e direttore generale dell'ospedale Israelitico romano, è indagato dalla procura di Roma per truffa, falso e abuso di ufficio. Il premier Letta chiede "chiarezza nel rispetto dei cittadini"

ROMA - Cartelle cliniche truccate e fatture gonfiate, ipotizzano i pm. Il caso Antonio Mastrapasqua imbarazza il governo. Il premier Enrico Letta vuole "massima chiarezza nel rispetto dei cittadini" e ha chiesto al ministro del Lavoro Giovannini una relazione su tutti i dettagli della vicenda in cui il presidente dell’Inps (ente che dipende dal ministero del Lavoro) è indagato - insieme ad altri - per truffa, falso e abuso d’ufficio dalla procura di Roma.

L'INCHIESTA - Nel mirino degli inquirenti c'è il suo incarico di direttore generale dell’Ospedale israelitico di Roma. La struttura, infatti, è sotto inchiesta per le presunte migliaia di cartelle cliniche falsificate per gonfiare i rimborsi del Sistema sanitario nazionale. E Letta chiede “massima chiarezza” sia sul versante dei possibili conflitti di interesse, sia sulle altre questioni emerse. Secondo quanto rivelato dal quotidiano La Repubblica, la struttura ospedaliera avrebbe richiesto 14 milioni di rimborsi alla Regione Lazio pur non rientrando tra le prestazioni da rimborsare, e altri 71 milioni derivanti da un presunto 'ingiusto vantaggio' grazie a un protocollo d'intesa con la Regione Lazio ora al veglio dei pm. Scrive il quotidiano: “Al vaglio degli inquirenti c'è anche la cessione all'Inps di una parte di questo credito 'non esigibile', servita a sanare i conti della struttura romana. In totale sono state contate 12.164 schede di dimissioni falsificate per ottenere rimborsi gonfiati”. Come riporta il quotidiano, tutto parte da una denuncia del Nas di Roma del settembre del 2013. La ricostruzione dei fatti parla di una maxi truffa ai danni dello Stato. Secondo quanto è emerso, migliaia di interventi di odontoiatria, non rimborsabili, sono stati trasformati tra il 2006 e il 2009 in “operazioni invasive” spostando gli interventi sul reparto di ortopedia per cui invece la clinica era autorizzata a chiedere rimborso. Mastrapasqua ieri si era difeso, precisando che “l'inchiesta è stata avviata anche grazie all'impulso dato in passato da me e quindi ha proprio la finalità di far chiarezza ed individuare eventuali responsabili di condotte penalmente rilevanti”.

"COLLEZIONISTA DI 25 POLTRONE" - L'associazione di consumatori Adusbef commenta così la notizia dell’inchiesta romana che coinvolge anche il numero uno dell’Inps: “Finalmente la procura di Roma ha indagato Antonio Mastrapasqua, collezionista di poltrone con 25 incarichi simultanei ed in conflitto di interesse, per la scandalosa storia delle cartelle gonfiate per portare a casa maggiori rimborsi all’Ospedale israelita, di cui è direttore generale, per un importo di 85 milioni di euro di cui 14 sarebbero non dovuti. Antonio Mastrapasqua (vicino all’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta) – sottolinea Adusbef – collezionista di poltrone con oltre 25 incarichi simultaneamente ricoperti, fu oggetto di due esposti denunce dell’Adusbef alla procura della Repubblica di Roma, la prima il 27 gennaio 2012, la seconda il 21 maggio 2012, proprio per la vicenda dei rimborsi all’Ospedale israelitico e per la vendita dell’appartamento a Roma sede di Intesa San Paolo, in via della Stamperia, da parte di Idea-Fimit”.

"BASTA CON GLI INCARICHI MULTIPLI" - "Sulla vicenda che coinvolge il presidente dell'Inps occorre che il governo faccia chiarezza". A chiederlo è la Cgil, secondo cui è peraltro necessario mettere uno stop agli "incarichi multipli". "L'inchiesta a carico del presidente dell'Inps - si legge in una nota - oltre ai profili penali su cui opera la magistratura, c'è evidentemente un ruolo che il governo deve svolgere per fare tutta la chiarezza necessaria". Per il segretario confederale Vera Lamonica, "è da tempo che le forze sociali presenti nel Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'istituto hanno avviato richieste di confronto e audizioni in Parlamento, fino alla sottoscrizione di un avviso comune per addivenire ad una riforma della governance che superasse le opacità della gestione monocratica e restituisse trasparenza ed autonomia all'istituto". Per la dirigente sindacale "sia il governo Monti, che l'attuale, hanno nicchiato e rinviato. Anzi il primo decise per legge la proroga del mandato dell'attuale presidente fino a tutto il 2014, nel mentre operava una mega-fusione senza alcuna idea di Piano Industriale; ed il secondo ha ignorato la vicenda, facendo finta di non vedere quello che per fortuna sembra veda oggi: i conflitti d'interesse, l'immoralità del cumulo di cariche e i conseguenti compensi milionari".

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