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Venerdì, 29 Marzo 2024
CRONACA

Delitto di Udine, il killer confessa: "Volevo rapire Silvia"

Svolta nell'omicidio di Silvia Gobbato, uccisa mentre faceva jogging a Udine: l'uomo ha confessato ed è attendibile. L'obiettivo del killer era rapire una donna per chiedere un riscatto

UDINE - Emergono le prime "verità"  dopo la confessione del 36enne fermato dai carabinieri ieri per l'omicidio di Silvia Gobbato. L'uomo che accoltellò la giovane 28enne praticante avvocato non ha problemi mentali, ha confessato ed è attendibile. 

E' la svolta nel giallo dell'omicidio, ma si attendono gli esiti dell'autopsia, sospesa per le novità nell'indagine, e gli esami sul coltello da cucina che l'uomo aveva con sé, un coltello sporco di sangue che potrebbe essere l'arma del delitto e la prova regina. Silvia è stata infatti uccisa da 12 coltellate, inferte con un coltello a lama larga.

CHI E' IL KILLER - L'uomo ha confessato l'omicidio della ragazza uccisa a coltellate martedì mentre faceva jogging sull'ippovia del Cormor, alla periferia di Udine, e per gli investigatori è attendibile. A differenza di quanto trapelato in un primo momento, il 36enne fermato, N.G., non risulta affetto da disturbi psichici: non risultano infatti agli investigatori pregressi che attestino una malattia psichica. Non lavorava, non studiava, fuori corso all'università. E' stato fermato dai carabinieri di pattuglia che erano impegnati in mirate ricerche e controlli sul territorio. Mentre vagava aveva con sé uno zaino con indumenti sporchi di sangue e un coltellaccio sporco di sangue. Portato in caserma ha confessato e secondo gli investigatori, che lo hanno portato anche nella strada campestre luogo del delitto, la sua ricostruzione è attendibile.

Avvocatessa uccisa a Udine: le foto dal luogo dell'omicidio (Dino Garzoni)

L'IPOTESI DEL RAPIMENTO - Avrebbe anche dei graffi sulle braccia, compatibili con la difesa della ragazza. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, il 36enne voleva rapire una donna per chiedere un riscatto, e ha scelto Silvia per caso: non la conosceva ma l'ha vista da sola, correva piano, e aveva con sé il cellulare, particolare importante nella mente dell'uomo, che voleva usarlo per chiedere il riscatto a parenti o amici. Così l'ha avvicinata e aggredita, ma la ragazza si è difesa, una reazione che l'ha sorpreso e l'ha uccisa.

LA RICOSTRUZIONE - Silvia Gobbato, 28 anni, originaria di San Michele al Tagliamento, molto nota nel suo paese dove era stata candidata alla carica di consigliere comunale nel 2011, si era trasferita a Udine con il fratello, studente, per lavorare nello studio dell'avvocato Giovanni Ortis, e tra poco avrebbe sostenuto l'esame per diventare avvocato. Martedì, come altre volte, stava correndo sull'ippovia, una strada campestre molto frequentata da camminatori e amanti dello jogging. Con lei, Giorgio Ortis, il figlio dell'avvocato Ortis, anche lui praticante, con il quale aveva stretto amicizia. E' stato lui il primo indagato "ma solo per un motivo tecnico, non abbiamo nulla" aveva subito sottolineato la procura di Udine: era solo per consentire gli esami sugli indumenti che il giovane aveva quel giorno mentre correva con la vittima, e che ad un primo esame non avevano rivelato tracce di sangue umano. Un altro fardello per lui, che quel giorno era con Silvia e l'aveva lasciata sola solo per quei pochi fatali minuti. Giorgio e Silvia infatti correvano spesso insieme, ma lui era più veloce, aveva un altro passo e come altre volte, quel giorno è andato avanti e l'ha distanziata. Poi si è fermato su una panchina ad aspettarla, al termine del percorso. Ma Silvia non lo avrebbe mai raggiunto.

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