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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Da Taranto a Gela, i luoghi dove si muore d'inquinamento

Sul territorio italiano esistono almeno 45 siti dove, a causa dell'alto tasso di inquinamento, la mortalità è più elevata. Lo rivela uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità

In Italia esistono delle aree dove l'inquinamento ha un impatto sulla salute devastante e drammatico. Parliamo dell'Ilva di Taranto, di Porto Marghera o Gela, luoghi dove la mortalità risulta più elevata del 5%. In particolare +4% per gli uomini e +5% per le donne. In termine assoluti 11.992 persone decedute in 8 anni, di cui 5.285 per tumori e 3.632 per malattie cardiocircolatorie.

Sono gli ultimi dati dello studio 'Sentieri', coordinato dell'Istituto Superiore di Sanità, che riguardano gli anni 2006-2013 e confermano il trend di 'eccesso di mortalità' registrato nelle rilevazioni precedenti, 1995-2006. Gli aggiornamenti del rapporto sono stati presentati oggi a Roma in un workshop organizzato dall'Istituto superiore di Sanità e dal ministero della Salute.

"Sentieri - spiega Pietro Comba, ricercatore Iss e responsabile scientifico del progetto - ha permesso di monitorare l'impatto sulla salute delle persone che vivono nelle vicinanze di 45 siti con criticità ambientali per 20 anni".

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"Si tratta di un progetto che, ora, deve diventare un sistema di sorveglia permanente. E questo per due motivi. In primo luogo perché, mettendo in evidenza i problemi di salute legati ai siti, consente di indirizzare l'attività di risanamento (economicamente rilevante) che necessita di scelte. E' importate sapere, infatti, se in queste aree serve investire nell'aria, nell'acqua o nella catena dell'alimentare per guadagnare di più in termini di salute. In secondo luogo il sistema può farci capire se il risanamento ha funzionato. Se questo è accaduto deve ridursi anche l'impatto sulla salute".

Un trend che è già stato possibile rilevare in alcune aree. "Ci sono siti come quello di Brescia - continua Comba - dove gli interventi sono cominciati dai primi anni 2000, e là abbiamo visto che l'eccesso del melanoma e del linfoma non Hodgkin si sta riducendo. Al contrario, soprattutto al Sud, abbiamo dei siti industriali pesantemente contaminati, come Gela e Priolo in Sicilia, o Taranto in Puglia, dove continuiamo a rilevare dati epidemiologici che ci segnalano

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