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Venerdì, 29 Marzo 2024
Chiesa

Aborto, omosessuali e divorzio: la Chiesa aperta di Francesco

In un colloquio con il direttore di "Civiltà cattolica", il gesuita Spadaro, Jorge Bergoglio dice "no" a una Curia di censori e affronta argomenti considerati tabù per la Chiesa

ROMA - E' un'intervista a tutto campo quella - la prima - rilasciata da Papa Francesco al direttore di Civiltà cattolica, il "confratello" gesuita Antonio Spadaro

L'annuncio è arrivato su Twitter poco prima delle 17 di ieri dall'account del quindicinale. L'intervista - pubblicata su 16 riviste dei gesuiti di tutto il mondo - spazia dal proprio passato alla formazione gesuitica, dalla riforma della Chiesa al ruolo dei dicasteri vaticani, dalle nozze gay ai divorziati risposati.

Il Papa apre nuovamente ai divorziati e agli omosessuali, e questa volta anche alle donne che hanno abortito ma che sono "sinceramente pentite". Bergoglio spiega che "bisogna sempre considerare la persona". "Qui - prosegue - entriamo nel mistero dell'uomo. Nella vita Dio accompagna le persone, e noi dobbiamo accompagnarle a partire dalla loro condizione. Bisogna accompagnare con misericordia". "Dobbiamo annunciare il Vangelo su ogni strada - ha aggiunto il Papa - predicando la buona notizia del Regno e curando, anche con la nostra predicazione, ogni tipo di malattia e di ferita". 

"Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione", afferma il Papa. E ancora: "E' necessario ampliare gli spazi di una presenza femminile più incisiva nella Chiesa", "bisogna lavorare di più per fare una profonda teologia della donna" e "il genio femminile è necessario nei luoghi in cui si prendono le decisioni importanti".

Il Papa torna sui concetti di missionarietà e vicinanza al popolo di Dio. "La prima riforma deve essere quella dell'atteggiamento. I ministri del Vangelo devono essere persone capaci di riscaldare il cuore delle persone, di camminare nella notte con loro, di saper dialogare e anche di scendere nella loro notte, nel loro buio senza perdersi. Il popolo di Dio vuole pastori e non funzionari o chierici di Stato", afferma. 

CHIESA, OSPEDALE DA CAMPO - La cosa di cui la Chiesa ha più bisogno? "La capacità di curare le ferite e di riscaldare il cuore dei fedeli, la vicinanza, la prossimità... E bisogna cominciare dal basso". "Io vedo la Chiesa come un ospedale da campo dopo una battaglia. E' inutile chiedere a un ferito grave se ha il colesterolo e gli zuccheri alti! Si devono curare le sue ferite. Poi potremo parlare di tutto il resto".

Tra i molti punti toccati, c'è spazio anche per i ricordi personali. "Il mio modo autoritario e rapido di prendere decisioni mi ha portato ad avere seri problemi e ad essere accusato di essere ultraconservatore. Ho vissuto un tempo di grande crisi interiore quando ero a Cordova. Ecco, no, non sono stato certo come la Beata Imelda, ma non sono mai stato di destra".

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