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Martedì, 23 Aprile 2024
Crisi economica

"Le persone senza dimora": invisibili nel bel mezzo della crisi

Presentato il rapporto Istat che per la prima volta indaga la situazione degli homeless in Italia: sono 47.648 le persone che hanno utilizzato un servizio di mensa o accoglienza notturna tra novembre a dicembre 2011

Sono ben 47.648 le persone senza fissa dimora che 'sopravvivono' in Italia. In tutto, lo 0,2% della popolazione del nostro paese. Di queste quasi la metà cerca alloggi di fortuna per le strade di Roma e Milano mentre il 40% cerca di vivere nel nord-ovest.

Per la prima volta, uno studio dell'Istat fotografa questo popolo di 'invisibili' in cerca di un tetto, un pasto caldo, un luogo in cui lavarsi che quotidianamente si aggira per le nostre città.

LA PRESENTAZIONE. Nell'Aula Magna della sede dell'Istat, a Roma, ogni posto a sedere è occupato e il rapporto viene presentato in videoconferenza presso ogni sede regionale dell'istituto di statistica. Una decisione, questa, che ribadisce l'importanza 'territoriale' di una ricerca che, per la prima volta, mostra una faccia sommersa della nostra popolazione: quella dei cosiddetti invisibili", termine forse retorico per indicare persone che vivono in uno stato di povertà assoluta o ai limiti, ma che ben si presta a spiegare il dramma di quelle persone che, prive di una dimora, si rivolgono ai servizi di mensa o di accoglienza notturna delle maggiori città o comuni italiani.

LO STUDIO. Ad aprire l'incontro c'è il presidente dell'Istat, Enrico Giovannini che, dopo un breve saluto, lascia la parola a Linda Laura Sabbadini, direttore del Dipartimento per le Statistiche Sociali ed Ambientali. Ed è lei che presenta la ricerca, elaborata dall'Istat con la collaborazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali - per l'occasione rappresentato dal Sottosegretario di Stato Maria Cecilia Guerra - della Caritas e della Federazione Italiana Organismi Persone Senza Dimora (Fio.PSD), due organismi che hanno permesso all'Istituto di statistica in entrare in contatto con una comunità spesso sfuggente.

Sabbadini spiega innanzitutto la difficoltà metodologica di creare un campione rappresentativo, proprio per la particolarità delle persone oggetto di indagine. Solo dopo passa ai numeri.

I DATI. Le persone senza dimora sono stimate in 0,2% della popolazione residente in Italia: 47.648 sono quelle che hanno utilizzato un servizio di mensa o di accoglienza notturna nel periodo di rilevazione. Quasi il 40% di queste persone vive nel Nord-Ovest del nostro paese, quasi la metà a Milano e Roma. Circa il 10% non è riuscito ad interagire con l'indagine o perché disabile, o perché con problemi di dipendenza o perché ha una scarsa conoscenza della lingua italiana.

Qui nasce una prima distinzione: quella tra uomini italiani e stranieri, che sono in totale quasi l'87% degli homeless. La maggior parte dei senza casa sono uomini stranieri (59,4%) e vivono da soli. Alcune differenze: rispetto agli italiani, gli stranieri sono più istruiti (addirittura, il 9,3% ha una laurea), sono più giovani (una media di 36,9 anni contro quella italiana di 49,9 anni) e restano privi di dimora per un periodo minore (1,6 contro 3,9 anni). Della totalità dei senza dimora, quasi due terzi prima avevano una dimora: questo dato, però, presenta un gap tra italiani e stranieri. Nel 61,4% dei casi, gli stranieri non hanno mai avuto una casa nel nostro paese. Gli stranieri usano maggiormente le mense e i servizi igienici, mentre gli italiani, più avanti con l'età, usano maggiormente i servizi sanitari e sociali. Per quel che riguarda la socializzazione, poi, gli homeless vivono da soli nella maggior parte dei casi (quasi tre quarti). Gli stranieri, però, sono coloro che mantengono maggiori contatti con i familiari (78,3%, contro il 58,6% degli italiani).

Poco più di un quarto degli homeless lavora, chi con occupazioni poco stabili e durature (24,5%), chi con un lavoro fisso (3,8%), ma sempre in impieghi a bassa qualifica e con un guadagno medio di 347 euro mensili. La maggior parte non lavora, ma non significa che non abbia mai lavorato o non abbia un'entrata in denaro: quasi il 62% ha perso il lavoro stabile che prima aveva, mentre un quinto non ha redditto e più della metà riceve aiuti da familiari, amici o associazioni di volontariato.

Quella della perdita del lavoro, poi, è una delle tre cause principali della "discesa" in questo mondo: le altre due sono la separazione da un coniuge o dai figli e una cattiva condizione di salute. In alcuni casi, gli homeless hanno vissuto tutt'e tre queste esperienze (8,7%).

Per quel che riguarda l'utilizzo delle mense, gli homeless, nella settimana precedente alle interviste, non hanno utilizzato la mensa né a pranzo né a cena quasi nel 30% dei casi. Gli altri, hanno pranzato a mensa in media 3,5 volte e cenato 1,9 volte. Circa la metà dei senza dimora, poi, non ha utilizzato un servizio di accoglienza notturna e il 38,7% 6 volte, con una media di 3 volte settimanali.

Delle 6.238 donne senza dimora (13,1% del dato totale), un quinto non è riuscito ad interagire con la ricerca. Le homeless che ci sono riuscite, invece, sono per il 43,3% italiane. Le straniere sono in prevalenza rumene, ucraine, bulgare e polacche (insieme sono più della metà delle homeless straniere), hanno un'età media di 45 anni circa: più di un quarto supera i 55 anni.

Ma le donne hanno in molti casi caratteristiche simili agli uomini, soprattutto in relazione alle cause: separazione, perdita del lavoro o scarse condizioni di salute. Più di tre quarti dormono in strutture di accoglienze, e più di un quinto, nell'anno precedente alla rilevazione, è rimasto coinvolto in risse o violenze.  
 

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