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Martedì, 23 Aprile 2024
Isis

Seimila soldati contro l'Isis in Libia: "L'Italia guiderà la coalizione"

Secondo un'indiscrezione riportata dal Giornale, il nostro Paese sarebbe pronto a guidare la coalizione contro il Califfato. Il contingente sarà formato per lo più da soldati inglesi, francesi ed americani

L'Italia è pronta a fare la sua parte nella guerra all'Isis in Libia. Non solo. Secondo Il Giornale (che cita una indiscrezione raccolta dal tabloid britannico Mirror) la coalizione internazionale impegnata contro le forze del Califfato, "sarà guidata dagli italiani", mentre "il contingente sarà in prevalenza formato da soldati inglesi, francesi ed americani".

Sarebbero circa seimila i soldati delle forze anti-Isis in partenza per Tripoli. Truppe scelte composte da marine americani, soldati della Legione straniera, un migliaio di militari inglesi e 200 operatori della Sas. Indiscrezione confermata dal sito Difesa Online, secondo cui però l'Italia non avrebbe intenzione di schierare propri soldati, ma avrà il ruolo di coordinare le truppe sul campo. 

"I seimila soldati che a breve giungeranno in Libia non svolgeranno compiti di ricognizione (quel ruolo è già stato affidato allo Special Reconnaissance Regiment), ma saranno truppe combattenti al fianco delle milizie lealiste - spiega Franco Iacch su Difesa Online - in un primo momento dovrebbero svolgere compiti di formazione, ma l'impiego in prima linea appare certo considerando il numero schierato". 

D'altra parte lo stesso Renzi ha sempre insistito sul ruolo dell'Italia nel gestire la crisi libica. Lo scorso settembre, davanti all'assemblea dell'Onu, si era detto "pronto a un ruolo guida". E incontrando Hollande dopo i fatti di Parigi aveva rimarcato l'esigenza di dare "priorità assoluta alla Libia". "Perché la Libia - aveva aggiunto il premier - rischia di essere la nuova emergenza con cui ci dovremo confrontare. È evidente che il solo modo di evitare l'esodo massiccio di immigrati, rifugiati e richiedenti asilo è quello di mettere fine alle guerre civili in Medio Oriente". 

Una soluzione che comunque non potrà essere una prova di forza dell'occidente. "Un'azione unilaterale" in Libia sarebbe "un clamoroso errore", ha affermato il premier nel suo discorso di fine anno. "Noi abbiamo assicurato agli amici libici la totale disponibilità del governo italiano. Non credo che ci sia qualcuno che dubiti del fatto che interventi unilaterali non hanno funzionato e oggi francamente non se ne vede la necessità".

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