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Venerdì, 29 Marzo 2024
LAVORO / Italia

In Italia i lavoratori precari sono più di quattro milioni

I dati forniti dall'Ires Cgil parlano di un'area del disagio sempre più ampia

Sono oltre 4 milioni (4.080.000) i lavoratori che, nel 2012, nel nostro paese, si trovano nella cosiddetta "area del disagio", quella che comprende l'insieme dei dipendenti temporanei e dei collaboratori che lavorano a tempo determinato perché non hanno trovato un impiego a tempo indeterminato e degli occupati stabili che svolgono un lavoro a tempo parziale perché non hanno trovato un lavoro a tempo pieno. L'incremento è di 718mila unità (pari al 21,4%) rispetto al 2008.

E' quanto emerge in una ricerca sulla qualità dell'occupazione, elaborata dall'Ires Cgil sui dati Istat riferiti al primo semestre di ogni anno.

Un quadro drammatico, quello che emerge dalla ricerca, considerando anche che, dal primo semestre 2008 al primo semestre 2012, l'occupazione è notevolmente calata in valori assoluti, passando da 23 milioni 376 mila a 22 milioni 919 mila (- 456 mila, pari a -2%), nonostante il numero delle persone in età di lavoro sia aumentata di circa 500 mila unità", sottolinea il sindacato di Corso d'Italia.

"Questi numeri - sottolinea ancora la Cgil - spiegano il costante e davvero preoccupante peggioramento delle condizioni di lavoro".

Anche chi è occupato, infatti, rileva lo studio dell'Ires, lavora meno di quanto vorrebbe ed a condizioni diverse da quelle auspicate. I dipendenti stabili a tempo pieno calano di 544mila unità (-4,2%) e gli autonomi full time dì 305mila (-6,1%). Se si aggiunge il calo dei part time stabili volontari (- 215mila) si supera il milione di persone. Aumentano invece i lavori involontari, quelli che si è costretti ad accettare. Del resto anche i dati delle comunicazioni obbligatorie parlano chiaro, nel 2012 solo il 17,2% delle nuove assunzioni è a tempo indeterminato".

Un dato molto grave - commentano il presidente della Fondazione Di Vittorio, Fulvio Fammoni e il segretario nazionale della Cgil, con delega sul mercato del lavoro, Serena Sorrentino - che mette fine alla propaganda sulla cosiddetta scelta personale dei lavoratori è che il 93,2% dei lavoratori a termine e dei collaboratori dichiara che vorrebbe un lavoro stabile, mentre come è ovvio tutti i part time involontari vorrebbero un tempo pieno. All'area del mancato lavoro (disoccupati, scoraggiati e cassaintegrati) si aggiunge, quindi, quella del disagio nel lavoro".

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