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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Messico

Tre italiani scomparsi in Messico: "Nessuna richiesta di riscatto"

 La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta. Si è attivata la Farnesina. Nessuna notizia dal 31 gennaio di Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino

Si è attivata anche la Farnesina, che ha informato l'ambasciata nel Paese centro americano. Tre italiani risultano scomparsi dal 31 gennaio scorso in Messico. Sono Vincenzo Cimmino, Antonio e Raffaele Russo, originari di Napoli, visti l'ultima volta a Tecalitlán, nello Stato di Jalisco. La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta. Il procedimento è stato affidato dal procuratore capo Giuseppe Pignatone al sostituto Sergio Colaiocco ed è al momento senza ipotesi di reato.

Tre italiani scomparsi in Messico

I tre sono letteralmente svaniti nel nulla. Raffaele Russo ha 60 anni, il figlio Antonio Russo 25 e un nipote, Vincenzo Cimmino, 29. Si sono trasferiti da qualche anno in Sud America in cerca di fortuna. Si trovavano a Tecalitlán, un comune situato nello stato di Jalisco, a 50 minuti da Ciudad Guzmán.

Padre, figlio e nipote scomparsi nel nulla: l'angoscia della famiglia

In base a una prima sommaria ricostruzione, il primo a sparire, attorno alle 15 del 31 gennaio, sarebbe stato Raffaele Russo. Due ore dopo - raccontano i familiari all'Ansa - il figlio Antonio e il nipote Vincenzo, non riuscendo più a contattarlo, sono andati nel punto in cui il gps dell'auto presa a noleggio segnalava la sua ultima posizione. Lì sarebbero stati avvicinati da "diversi poliziotti a bordo di un auto e due moto, che gli hanno intimato di seguirli". Poco dopo aver inviato un messaggio su Whatsapp ad alcuni parenti, anche i telefoni dei due giovani avrebbero smesso di funzionare.

Il racconto di un altro figlio

In Messico ci sono anche altri due figli di Russo, Francesco e Daniele. Ed è quest'ultimo, rientrato in Italia, a raccontare quel che sarebbe successo. "Antonio è riuscito a mandarmi una serie di messaggi con Whatsapp - dice ancora Daniele - ma ad un certo punto anche i loro telefoni sono risultati spenti". Daniele e il fratello hanno chiamato la polizia.

"In un primo momento - continua Daniele - ci hanno detto che Antonio e Vincenzo erano stati arrestati e stavano andando all'ufficio, mentre di Raffaele non sapevano nulla. Ma durante una seconda telefonata questa versione è stata negata dalle autorità messicane". "Loro sono solo lì per vendere giacche, non hanno nulla a che fare con la droga" dice una cugina per scacciare tutte le illazioni: "lì funziona così, ti rapiscono e poi chiedono il riscatto. Ma finora nessuno si è fatto sentire". "

Nessuna richiesta di riscatto

Cresce l'angoscia tra i familiari. Da troppi giorni il telefono non squilla: "Ad oggi - fanno sapere i parenti - non è pervenuta nessuna richiesta di riscatto. Chiediamo la massima diffusione della notizia e delle foto segnaletiche".

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