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Sabato, 20 Aprile 2024
Il caso

Attivista italiano ferito al confine tra Siria e Iraq

Alessandro De Ponti, 23 anni di Treviglio, avrebbe cercato di passare il confine senza documenti prima di essere bloccato e ferito a un braccio probabilmente colpito da un'arma da fuoco. È in ospedale e rischia il carcere

Si chiama Alessandro De Ponti e ha solo 23 anni. È stato ferito al confine tra Siria ed Kurdistan iracheno e la Farnesina attraverso l’ambasciata e il consolato in Iraq si è subito attivata. In contatto con la famiglia e le autorità locali, per ora si stanno verificando i contorni della vicenda e le condizioni del ragazzo.  

Attualmente il giovane è ricoverato in ospedale a Erbil, città curda dell’Iraq e della regione del Kurdistan iracheno. Sarebbe stato fermato insieme a tre ragazzi stranieri mentre tentava di entrare illegalmente in Iraq. Le condizioni del giovane bergamasco - si è appreso ancora - non sarebbero gravi: è in ospedale, ma una volta uscito rischia di finire in carcere.  

Ventitrè anni di Treviglio (provincia di Bergamo), De Ponti, che fa parte del collettivo 'TanaLiberaTutti' ed era partito ad aprile per la Tunisia. Da allora non ha più fatto rientro. Chi lo conosce non esclude che avesse intenzione di raggiungere il Kurdistan iracheno, attraverso una parte di territorio siriano. Una zona al centro di intensi combattimenti tra le brigate degli estremisti islamici dell'Is e le milizie di autodifesa dei curdi.

Noto nella cittadina anche la sua passione per il popolo curdo, il giovane vive con la madre, Cristiana Rivoltella, che di professione è coordinatrice infermieristica del reparto di Gastroenterologia e Pneumologia all'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove coordina l'attività degli infermieri dedicati ai trapianti d'organi. Con loro vive anche la sorella minore.

Alessandro è descritto come un ragazzo che crede negli ideali e lotta per poterli concretizzare. Un "giovane riservato, di poche parole": "Ci dispiace - dicono i conoscenti - che qualcuno pensi che sia uno sprovveduto: era ben consapevole di come muoversi, avendo molto a cuore la sua missione di cooperante". 

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