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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Jobs Act

Jobs Act: "Denunciamo lo Stato italiano perché ce lo chiede l'Europa"

Le voci contro il Jobs Act: hanno deciso di denunciare l'Italia per aver infranto la normativa europea sul lavoro. Tra loro precari, sindacati di base e giuristi

Si chiama decreto legge 34 e il suo titolo è "Disposizioni urgenti per il rilancio dell'occupazione". Ma noi sin da quando è stato stilato lo conosciamo come Jobs Act. Firmatari del provvedimento ovviamente Giorgio Napolitano, Matteo Renzi e Giuliano Poletti, ministro del lavoro.

Una riforma del mercato del lavoro che dovrebbe provare a risolvere i problemi che riguardano la disoccupazione in particolare quella giovanile. Il premier si è posto quest'obiettivo sin dall'inizio del suo mandato: il 19 marzo commentando i dati Istat aveva affermato che 'gridavano vendetta', promettendo di cambiare, discutendo di "ammortizzatori sociali, salario minimo, assegno universale di disoccupazione, ma anche di come contemporaneamente consentire agli imprenditori di assumere senza difficoltà burocratiche”.

Il Jobs Act è un decreto d'urgenza e adesso manca solo un passaggio affinché diventi legge: il 20 maggio dovrebbe avvenire la conversione attraverso il Parlamento.

C'E' CHI DICE NO -  Lo stesso giorno della discussione del provvedimento in aula, fuori da Montecitorio c'erano i movimenti sociali, indignati e determinati a continuare a protestare. In effetti la manifestazione del 12 aprile, teatro di scontri e polemiche, aveva come obiettivo il ministero del Welfare per questa ragione: fermo e determinato no a Jobs Act, Piano Casa e governo Renzi.

Anche dal mondo del sindacalismo di base si sono levate le voci del dissenso: l'Usb e l'associazione Giuristi Democratici presenteranno un esposto contro lo stato Italiano per 'violazione del diritto comunitario' proprio a causa del Jobs Act. Il decreto sarebbe in contrasto con la direttiva 1999/70 del consiglio dell'Unione europea e con quanto sancito da alcune sentenze della Corte di Giustizia. Infine ci sarebbero dei punti in contraddizione anche con la Costituzione Italiana.

COSA DICE L'EUROPA - Secondo la direttiva 1999/70 gli stati membri devono limitare la temporaneità dei contratti, favorendo il tempo indeterminato. "Con il Jobs Act non è importante se i rinnovi siano 5 o 8: il punto è che non sono obbligato ad avere un motivo valido per non rinnovarti il contratto e questo entra in contraddizione con la normativa europea" ci dice Stella di San Precario, rete di lavoratori che da più di 15 anni denuncia le problematiche legate al lavoro precario.

UN FUTURO PRECARIO? - Anche San Precario denuncerà l'Italia per quest'infrazione: "I contratti non sono a persona ma a mansione. Per rinnovartelo e lasciarti con le stesse condizioni di precariato non mi importa se i rinnovi massimi consentiti sono 8 o 5. Semplicemente ti cambio mansione e posso continuare a non assumerti a tempo indeterminato" continua Stella. Se poi si mettono insieme gli altri ultimi provvedimenti in materia di lavoro, la prospettiva è quella di un 'disastro futuro', come spiegano ironicamente gli attivisti in un video.

GUARDA IL VIDEO JOB ACT, IL DISASTRO FUTURO

"Tra qualche anno saremo invasi da una marea di working poors, lavoratori senza tutele e stipendio basso. Per ora si appoggiano alla famiglia: molto spesso a compensare le tasche dei precari ci sono le pensioni dei genitori e la rete familiare. Grazie al lavoro precario e intermittente non si riesce a mettere da parte i contribuiti per la pensione. La riforma Fornero ha dato in questo campo l'ultimo colpo. Quindi tra qualche anno non solo non ci saranno più i genitori che aiutano i figli precari con la pensione, ma non ci saranno neppure le pensioni" continua Stella.

A Milano però un processo del genere sembra già in atto: "I precarizzatori hanno nomi e cognomi: partiti politici, grandi gruppi industriali e sigle sindacali. Di fatto i sindacati confederali hanno firmato un accordo del tutto uguale al Jobs Act, quello per i lavoratori di Expo2015". In effetti la cancellazione della causalità di rinnovo per 36 mesi e l'abolizione dell'obbligo di assunzione nei contratti di apprendistato sono clausule che si trovano sia nell'accordo per i lavoratori Expo che nel provvedimento di Renzi.

La denuncia preparata dalla Rete San Precario è già on-line: tutti hanno la possibilità di inviare alla commissione europea i moduli a proprio nome. E' stata l'associazione Giuristi Democratici a preparare tutta la documentazione "affinché venga aperta una procedura di infrazione nei confronti dello Stato italiano per la clamorosa e frontale violazione del diritto comunitario". L'obiettivo è arrivare al 20 maggio ed evitare che il Jobs Act venga convertito in legge dal Parlamento.

L'ALTRO PRIMO MAGGIO - Nel frattempo a Milano il primo maggio i precari si preparano a scendere in piazza per l'anti-concertone: "A Roma in piazza San Giovanni ci saranno i sindacati che hanno firmato in quindici anni gli accordi che ci hanno fatto diventare precari. A Milano ci saremo noi, che come unica riforma del lavoro vogliamo il reddito di base incondizionato" conclude Stella.

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