ROMA - "Sto cercando di sistemarmi qui! Ho trovato lavoro in un ristorante italiano, con origini napoletane, e ora sto imparando a fare il cameriere. Davvero tutto perfetto!". Era felice Joele: pochi giorni fa sul suo profilo facebook raccontava ad un amico che la nuova avventura inglese andava alla grande. A diciannove anni aveva lasciato Nibionno, piccolo paese del Lecchese, ed era volato a Maidstone, capitale del Kent. Tutto sembrava andare per il meglio: quel lavoro come cameriere che presto gli avrebbe permesso di cominciare anche a studiare  e un appartamento condiviso con Alex, un amico partito insieme a lui da Nibionno. 

E, invece, proprio in quell'appartamento la vita di Joele è stata spezzata. Distrutta da un gruppo di ragazzi, fra i ventuno e trenta anni, già arrestati, che hanno aggredito lui e Alex mentre erano in casa. Joele è morto: ucciso di botte. Alex sarebbe fuori pericolo nonostante le gravissime ferite che ha riportato. Per l’omicidio sono stati effettuati nove arresti: i fermati sono tutti di origine lituana, sette sono stati trattenuti mentre due sono stati lasciati liberi su cauzione.

A scatenare l'ira omicida dei sette ragazzi sarebbe stata la nazionalità di Joele e Alex. "Ci rubi il lavoro" avrebbero urlato a Joele mentre lo uccidevano al termine di una serata piena di provocazioni e insulti. Secondo quanto raccontato da "Il Giorno", infatti, la discussione sarebbe iniziata domenica sera quando alcuni clienti avrebbero importunato più volte Alex e Joele. Il gruppo avrebbe accusato i due ragazzi di avere occupato il tetto di un loro connazionale e di rubare il lavoro ai residenti nel quartiere. 

Poi, l'assalto e la spedizione punitiva nella casa dei due italiani. La stessa casa dove Joele sperava di sistemarsi.