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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Joele ucciso di botte: era emigrato per mille euro al mese

Joele Leotta è stato ucciso domenica sera, massacrato di botte nell'appartamento in cui risiedeva in Inghilterra. "Italiano di m..., ci rubi il lavoro" sarebbe stata - secondo quanto riferito dal sindaco - la frase pronunciata dagli assassini

ROMA - Joele Leotta aveva un sogno e voleva realizzarlo lontano dall'Italia. Un sogno senza grosse pretese, senza grandi programmi. Era emigrato in Inghilterra dalla Brianza insieme a un amico per imparare l'inglese e trovare un lavoro. Gli amici lasciati in provincia, a Nibionno, mille euro al mese più vitto e alloggio nel ristorante-pizzeria a Maidstone dove faceva il cameriere, e un compagno d'avventura, l'amico Alex Galbiati.

LA RICOSTRUZIONE - La vita di Joele si è spezzata domenica sera. Proprio in quell'appartamento di Maidstone sarebbe iniziata la lite che ha avuto il suo epilogo con la spedizione nella casa dei ragazzi: alcuni clienti avrebbero infatti più volte importunato i due ragazzi, accusandoli di aver occupato il letto di un loro connazionale e di rubare il lavoro ai sudditi di Sua Maestà. La discussione sembrava terminata, ma dopo la fine del turno, quando i due lecchesi stavano per andare a letto, nel loro appartamento hanno fatto irruzione gli aggressori, che hanno picchiato i due amici. Joele è morto poco dopo l'arrivo in ospedale; Alex, nonostante le numerose ferite, sarebbe invece fuori pericolo.

GLI ARRESTATI - Per l'omicidio di Joele, ucciso a botte, sono dieci i fermati, sette dei quali in stato di arresto. Quattro, di nazionalità lituana, sono indagati per il delitto. I quattro compariranno già giovedì davanti ai giudici della Medway Magistrates'Court, come ha fatto sapere la polizia. Si tratta di Aleksandras Zuravliovas, di 26 anni; Tomas Gelezinis, 30 anni, Saulius Tamoliunas, 23 anni e Linas Zidonis, di 21 anni. I quattro, oltre che di omicidio, devono rispondere anche di lesioni gravi nell'ambito dell'aggressione ai danni di una seconda vittima.

IL MOVENTE - Un portavoce della polizia del Kent, Richard Allan, dice che "non si può ancora parlare di movente razziale, in quanto le indagini per stabilire l'accaduto sono tuttora in corso". Le autorità non ritengono neanche che all'origine dell'episodio ci sia stata una disputa legata al lavoro.

IL PAPA' E IL SINDACO - "L'unica cosa certa è che mio figlio è stato ucciso, che si tratta di omicidio... sul movente io non posso ancora dire nulla". Raggiunto telefonicamente a Londra, ha commentato così la tragedia Ivan Leotta, padre di Joele. "Era arrivato solo una settimana fa, escludo abbia avuto il tempo di infilarsi in una situazione di rischio". E il sindaco di Nibionno, Claudio Usuelli, sottolinea che, da quanto ha appreso, i giovani che hanno aggredito Joele e il suo amico "hanno sfondato la porta della loro camera urlando 'italiani di m..., ci rubate il lavoro". E' "sconvolgente", continua, che "un ragazzo lasci il proprio Paese per cercare un'esistenza libera" e trovi la morte per opera di "energumeni, perché solo così vanno chiamati". Il sindaco di Nibionno polemizza anche con le autorità inglesi che hanno avvisato con ritardo quelle italiane e annuncia che, non appena ci sarà la data del funerale, proclamerà il lutto cittadino.

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