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Giovedì, 28 Marzo 2024
Immigrazione

Lampedusa, l'Italia piange i migranti che non ha aiutato

L'ultimo, drammatico naufragio porta sotto gli occhi di tutti il fallimento delle politiche italiane ed europee in tema di "accoglienza". Ma emerge un altro flop: quello di un'informazione che non sa leggere e raccontare la realtà

LAMPEDUSA - "Sembra un film dell'orrore, là sotto c'è una massa di corpi incastrati, uno sull'altro nella stiva, mentre tentavano di fuggire. Altri sono aggrappati alla fiancata del peschereccio". E' il racconto atroce di Rocco Canell, il primo sub sceso laggiù, in fondo al mare dove è naufragato ieri il barcone davanti a Lampedusa. 

Rocco racconta di aver visto almeno una ventina di corpi tutti attorno al relitto e altri ammassati nella stiva. "Due di loro - racconta - sono aggrappati alla fiancata della barca, sono affondati con lei".

Partiamo da qui. Dal racconto di chi è sul posto e ha visto con i propri occhi la morte di decine di persone. Persone. Non migranti. Soprattutto, non clandestini. E qui entra in gioco la grande contraddizione di un paese che, vuoi o non vuoi, è e dovrebbe saper essere la "porta dell'Europa" per chi viene dal Mediterraneo. E' la storia, prima ancora della geografia, ad aver dato all'Italia questo ruolo. Un ruolo ormai abdicato. Da "porta", l'Italia è diventata "recinzione". E' diventata "ostacolo". E' diventata "cimitero".

Un cimitero che questa mattina dovrà fare di Lampedusa un obitorio: sono infatti in arrivo non una, non due, ma 120 (centoventi!) bare che serviranno a ricomporre (ricomporre!) i cadaveri delle persone (persone!) morte nel naufragio di ieri. L'annuncio è stato dato ieri sera dallo stesso ministro dell'Interno Angelino Alfano, che è atterrato (atterrato!) sull'isola per rendere omaggio alle vittime. E ai superstiti? Una visita, poi dritti in quelle carceri note come centri di accoglienza.

IL PIANTO DEL SINDACO - "L'isola è attonita e c'è rabbia. I lampedusani come me, ma anche una parte importante dell'opinione pubblica nazionale, si aspettano che succeda qualcosa". Queste le parole del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini che ha voluto ricordare come "dopo la visita del Papa ci aspettavamo qualcosa. Ma nulla è successo. Che il governo sia qui è un fatto importante, come il lutto nazionale. Alcune cose sono cambiate ma si deve dare corpo a cambiamenti completi perchéi risultati di queste politiche sono i morti che hanno numeri da guerra".

Strage di migranti a Lampedusa: le immagini

LAMPEDUSA A LUTTO - Esercizi commerciali chiusi nel giorno in cui tutta l'Italia rende omaggio alle vittime del naufragio di ieri. Molti cittadini fin dalle prime ore del mattino si sono radunati nel molo Favarolo, diventata in questi giorni piazza "della solidarietà e della condivisione". Qui vicino un'area blindata è destinata ad accogliere i corpi sottratti ai fondali. 

IL PARROCO: "E' UNA MATTANZA" -  "E' una mattanza senza fine che deve essere fermata. Chi ha delle responsabilità istituzionali deve agire, ha il dovere di fare qualcosa. Invece, c'è il silenzio. Dovremmo farci scuotere e interrogare piuttosto dal silenzio di questi fratelli morti, guardiamo in faccia questi morti". Lo ha detto l'ex parroco di Lampedusa don Stefano Nastasi tornato in questi giorni nella sua isola. 

MIGRANTI O CLANDESTINI? - La "mattanza", per usare le parole di don Nastasi, la "vergogna" per riprendere Papa Francesco, dovrebbe farci interrogare su come sappiamo o non sappiamo raccontare la realtà di chi si allontana dalle proprie coste per non morire (di fame, di guerra, di povertà...) e arriva sulle nostre, di coste, per morire (di "recinzione", di "clandestinità"). E' nella fine che fanno che cambia tutto: se per miracolo sopravvivono e attraccano sulle nostre terre, eccoli bollati come "clandestini". E in un paese che ha previsto essere reato avere un passaporto anziché un altro, essere clandestino equivale, per media e opinione pubblica, a "criminali". Per non essere bollati come tali, hanno solo una via d'uscita: morire. Ed essere così ricordati come "migranti".

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