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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Accoltellò il compagno della madre, il giudice la assolve per legittima difesa

Due anni da incubo per una ventenne romana che dopo essere finita agli arresti domiciliari è riuscita a far emergere una realtà fatta di maltrattamenti in famiglia, minacce di morte, aggressioni e insulti a sfondo sessuale

Un incubo durato 27 mesi: due anni dopo essere stata arrestata per tentato omicidio una ventenne romana è stata assolta dall'accusa di aver accoltellato il compagno della madre: per i giudici vi sono tutti i termini per considerarla legittima difesa.

Una storia raccontata da Lorenzo Nicolini su Romatoday e che fa da specchio a mille altre di violenza vissute in famiglia. In questo caso l'incubo è ambientato ad Ostia, sul litorale romano, e lo scenario è quello di maltrattamenti in famiglia, minacce di morte, aggressioni e insulti a sfondo sessuale. A pagare, un uomo di 42 anni condannato a 2 anni e 3 mesi più 10 mila euro di multa.

È il 5 luglio del 2017 quando, poco dopo la mezzanotte, i carabinieri di Ostia intervengono a seguito di una segnalazione del 118 che stava soccorrendo una persona per una ferita da arma da taglio. L'uomo era con la compagna, madre di una 22enne che si trovava con loro.

Le due donne raccontarono subito delle reiterate liti in famiglia e di come l'uomo, nel tentativo di aggredire la compagna, si procurò la ferita all'addome. I militari, non credendo alla versione delle due, alla luce della gravi lesioni riportate dall'uomo arrestano la 22enne per tentato omicidio.

A difendere la ragazza sono gli avvocati Ivano Ragnacci e Chiara Penna che, durante le fasi processuali, hanno avuto il merito di ribaltare completamente l'impianto accusatorio aprendo, quindi, un nuovo procedimento con relative indagini.

Dal lavoro degli investigatori, infatti, è emerso un quadro più complesso. "E' stata una giornata di violenze verbali e fisiche", si legge nelle carte di cui RomaToday è in possesso. Fatti, questi, certificati anche dai militari dell'Arma di Ostia e dal giudice delle indagini preliminari.

Tutto ha inizio nel pomeriggio del 4 luglio. l'uomo, ubriaco, aggredisce 22enne perché non le aveva risposto al telefono. Sembrava una lite come altre già avvenute, ma non è stata così. L'uomo ha poi preso di mira la compagna accusandola di averlo tradito.  

La situazione, con il passare delle ore, è quindi degenerata e l'uomo ha iniziato a minacciare mamma e figlia dicendo che le avrebbe uccise e che prima avrebbe trovato qualcuno disposto a violentare la 22enne.

Con il passare delle ore la violenza si fa più cruda fino a quando l'uomo non resta ferito dal coltello.

Il lavoro di avvocati, giudici e forze dell'ordine racconterà, grazie alle minuziose indagini, l'esatto scenario: quello di una storia di maltrattamenti in famiglia. 

"Abbiamo ricostruito, attraverso un'analisi della crimino-dinamica degli eventi, il contesto di profondo disagio in cui vivevano le due donne, vittime certamente di maltrattamenti ad opera dell'uomo che, anche sotto l'effetto dell'alcol, aveva avuto un comportamento fatto di una serie di abusi attraverso manifestazioni di gelosia, possesso e controllo", spiega l'avvocato Ivano Ragnacci al nostro quotidiano. 

"E' possibile affermare - conclude l'avvocato Chiara Penna – che la ragazza non ha mai avuto un piano atto a fare del male al compagno della madre. Si ritiene si sia piuttosto trattato di una reazione comportamentale posta in essere di fronte ad un pericolo attuale e concreto, in presenza di una chiara disparità di forze tra l'aggressore e la vittima che risponde in modo attivo per mettere in salvo se stessa e la madre". Versione, questa, condivisa dal Giudice.

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