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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Mafia

Mafia e usura: "Siamo un paese strozzato dai clan"

Prestano soldi con tassi d'interesse fino al 1500%: lo spaventoso 'record' registrato a Roma. Ma il business di 55 clan mafiosi è esteso in tutta Italia. I dati, raccolti da Libera nel dossier "Bot delle mafie", fanno paura.

Dal Sud a tutta Italia: sono 55 i clan mafiosi che negli ultimi due anni hanno fatto affari con l'usura. L'ultimo, in ordine di tempo, è legato alla famiglia Bifone ed è venuto alla ribalta in questi giorni, dopo una vasta operazione portata a termine nel Casertano.

I tassi usurai, come denuncia Libera nel dossier "Bot delle mafie, fotografia di un paese strozzato", variano da regione a regione. In Puglia hanno raggiunto il 240% l'anno; in Calabria, nel vibonese, il 257%; nel Lazio le situazioni limite, con i record segnalati a Roma, un tasso del 1500% annuo, e ad Aprilia, 1075%.

Il dossier dell'associazione Libera è stato stilato raccogliendo i dati pubblicati nelle relazioni antimafia e nelle inchieste giudiziarie. "Questa" hanno spiegato da Libera "è solo la punta dell'iceberg". Da qui la domanda che l'associazione rivolge allo Stato: "A quanto ammonta il sommerso derivante da questo business?".

FONDAZIONE ANTIUSURA. Al fine di sostenere le vittime delle mafie, Libera ha lanciato a livello nazionale la Fondazione antiusura 'Interesse Uomo', che per 10 anni ha operato nella sola provincia di Potenza.

IL DOSSIER. Tra i "cravattari" c'è il gotha delle mafie: i Casalesi, i Terracciano, i Casamonica. Il giro d'affari, anche per la difficoltà di raccogliere denunce, è difficile da quantificare. Secondo i riferimenti della Guardia di Finanza, a fronte delle oltre 18.000 segnalazioni per le quali nel periodo 2010-2011 si è completato l'approfondimento investigativo, 8.365 (circa il 46%) sono confluite in procedimenti penali aperti presso varie Procure per riciclaggio e reimpiego di proventi criminali, usura, abusivismo finanziario, truffa, reati tributari.

UN AFFARE MILIONARIO. Nonostante l'enorme sommerso, alcuni dati riferiti ai sequestri operati dalla magistratura in giro per l'Italia danno un'idea della portata economica: oltre 41milioni di euro al clan Terracciano in Toscana, 70 milioni di euro il tesoro sequestrato al clan Moccia nel napoletano; 15 milioni al clan Parisi in Puglia, 5 milioni di euro al clan calabrese Facchineri che operava in Lombardia, oltre 50 milioni di euro il tesoretto della famiglia dei Casamonica a Roma.

DON CIOTTI: "PAGANO IN CONTANTI". "I dati segnalano una continua crescita dei crediti bancari in sofferenza, le banche rispondono con l'estinzione del credito, e la imprese vengono portate al fallimento. Le mafie si inseriscono come un cuneo in questo sistema, rispondendo subito con i contanti", ha detto il presidente di Libera, don Luigi Ciotti, commentando il dossier in una conferenza stampa, cui hanno partecipato anche il sottosegretario all'Interno Carlo De Stefano, e il nuovo Commissario Straordinario del Governo antiracket e antiusura Elisabetta Belgiorno.

DA POTENZA ALL'ITALIA. A lanciare l'allarme sulla connessione tra usura e mafia, anche il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero, ente con il quale la Fondazione antiusura collabora: "Abbiamo bisogno di un profondo cambio della cultura delle istituzioni e degli istituti finanziari: il sistema pubblico non riesce a mantenere i propri impegni, le aziende si rivolgono alla banche e di fronte a un diniengo vanno dalla criminalita. Il Sud in questi anni ha fatto un passo indietro con una perdita del Pil del 10%, mentre la criminalità ne ha fatto una avanti".

I LUOGHI DEL BUSINESS. I casalesi fanno affari in Veneto ed in Toscana, la 'Ndrangheta occupa le regioni del Nord Italia - Lombardia, Piemonte ed Emilia -, mentre Cosa nostra rimane legata al suo territorio di origine. E così "l'usura gestita dalle mafie" sottolinea il dossier "si mostra stabile nelle grandi metropoli ma negli ultimi anni è penetrata, velocemente ed in silenzio, anche nelle ricche città di provincia".

IL GALATEO DELL'USURAIO. Dalle storie sull'usura mafiosa presenti nel dossier di Libera è possibile stilare una sorta di "galateo" dell'usuraio: gentili minacce, violente promesse di morte, ritorsioni su membri della famiglia, in alcuni casi anche "usurai gentiluomini".

"Non ti permettere più di riattaccarmi il telefono in faccia perché dove ti trovo, ti spacco la testa con la mazza, hai capito?". Minacce emergono dalle intercettazioni telefoniche dell'Operazione "Diamante" con cui il Gico della Guardia di finanza di Firenze ha arrestato cinque persone, due campani legati al clan Bidognetti dei Casalesi, e tre toscani, con le accuse di usura e estorsione. Usuraio e gentiluomo "Ancora pensi che io vengo a casa tua, non mi faccio vedere né da tua figlia né da tua moglie, io voglio l'uomo, non sono come quei luridi strozzini". C'è anche questo nel "galateo" del perfetto usuraio. Le minacce erano destinate solo al debitore. Fuori le donne e fuori la famiglia. Perché gli usurai del clan Mercante Diomede erano "persone oneste e ragionevoli".

E nel galateo c'è anche chi fa un corso accelerato per usurai. I consigli arrivano da Mario Potenza, ex contrabbandiere degli anni di Zaza-Mazzarella. Dopo l'arresto dei figli Bruno e Salvatore, che prima lo aiutavano nel "recupero crediti", Potenza si trova a dover rimpiazzarli. Si rivolge cosìa un vicino di casa, Raffaele Terminiello, anch'egli arrestato nell'ambito dell'inchiesta della Direzione Investigativa Antimafia del gennaio 2012. A lui fa addirittura delle lezioni, una sorta di corso accelerato per usurai: gli spiega come terrorizzare le vittime, incitandolo a nonmostrare per loro alcuna pietà. "Acchiappalo per i capelli come ti dico io! Piglialo malamente a questa latrina. Digli: ha detto lo zio (lo stesso Potenza, ndr) che stanno ridendo sopra i morti... digli che se viene lo zio vi schiatta la faccia!". E ancora: "ha detto il nonno, ha detto lo zio: se si scoccia si fa 4 anni di carcere, per se viene lì ti salta addosso".

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