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Venerdì, 19 Aprile 2024

Rigopiano, il racconto del primo soccorritore: "Mai visto niente così"

Lorenzo Gagliardi guidava il gruppo di finanzieri che per primo con gli sci è riuscito a raggiungere l'hotel dopo un viaggio di 8 chilometri nella neve. "Pensi solo che alla fine il tuo lavoro è proprio questo: essere lì a 4 gradi sotto zero nel mezzo della tempesta, perché ci sono persone in difficoltà che solo tu puoi aiutare"

"Di valanghe ne ho fatte parecchie, sono nel gruppo alpini dal 2008. Ero nei soccorsi del terremoto all'Aquila, a Norcia, ad Amatrice. Ma qui è diverso, c'erano persone che erano al sicuro in un albergo, c'erano i bambini... E ho conosciuto quel padre disperato. Gli devo riportare la sua famiglia". Il maresciallo Lorenzo Gagliardi è stato il primo a raggiungere l'hotel Rigopiano, insieme al suo gruppo di finanzieri alpinisti di Roccaraso. "Scavavo con la pala, con le mani, con un ramo... la sonda ci aveva fatto capire che lì, sotto tre metri di neve, c'era qualcuno. E io nella mia testa ci parlavo, con quella persona. Arrivo, arrivo, resisti...ti riporto io a casa. Sei troppo forte, non puoi morire così, dai che arriviamo. E invece...".

I mezzi dei soccorritori erano tutti bloccati dalla neve, tra l'ultimo pezzo di strada libero e l'hotel c'erano 8 chillometri. La decisione da prendere era una sola: "Con gli sci con la pelle di foca e il caschetto con la torcia, camminando lungo quella che era la strada e che ovviamente non si vedeva più. Siamo partiti a mezzanotte, nel pieno di una bufera terribile. Eravamo in dodici, tutti finanzieri", racconta a Repubblica

E cosa è successo poi?
"Abbiamo rischiato, perché sul percorso c'erano altre due slavine. Avanzavamo in colonna, a distanza di 20 metri l'uno dall'altro: in questo modo se fosse arrivata un'altra valanga non ci avrebbe travolto tutti. Facevamo i turni per stare a capo della fila: il primo infatti "batte la traccia" sulla neve fresca, fatica molto di più degli altri".

Cosa vi siete portati dietro?
"Attrezzatura da sci alpino: pala, sonda e l'Arva, l'apparecchio per la localizzazione".

E cosa passa per la testa in momenti del genere?
"Pensi solo che alla fine il tuo lavoro è proprio questo: essere lì a 4 gradi sotto zero nel mezzo della tempesta, perché ci sono persone in difficoltà che solo tu puoi aiutare. Con gli altri del gruppo ci facevamo coraggio, ci urlavamo: "Quanto manca?", sperando che il capofila rispondesse "ci siamo!""

Raggiunto l'hotel alle 4 del mattino, lo scenario che Gagliardi e i suoi si sono trovati davanti uno spettacolo tremendo: "Non c'era quasi più niente dell'albergo, solo una collina bianca"

Fuori ci sono Giampiero Parete e Fabio Salzetta, sopravvissuti all'interno dell'auto grazie all'impianto di riscaldamento. "Parete era sotto choc, provato, infreddolito... ci ha detto che dentro l'albergo c'era la sua famiglia", ricorda Gagliardi. "Gli ho promesso che gliele avrei riportate entrambe. Che lui poteva andare in ospedale, perché qui ci rimanevo io. Ho 48 anni e due figlie, so cosa significa. Gli ho fatto una promessa, da padre a padre".

Fonte: La Repubblica →
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