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Giovedì, 18 Aprile 2024
Macerata

Macerata, dopo il raid gli stranieri hanno paura. Luca Traini: "Volevo vendicare Pamela"

Il 28enne neofascista ai carabinieri: "L'immigrazione clandestina va stroncata". In casa trovata una copia del Mein Kampf. I residenti di Macerata: dopo il delitto clima da giustizia fai-da-te

Luca Traini ha parlato. Non una parola di pentimento da parte del 28enne neofascista fermato per la tentata strage di Macerata nelle dichiarazioni spontanee rese ai carabinieri.  "Volevo vendicare Pamela e fare qualcosa contro l'immigrazione, perché il fenomeno dell'immigrazione clandestina va stroncata".

Così, secondo l’ANSA, avrebbe spiegato le motivazioni del folle gesto che lo ha visto prendere la pistola e sparare all’impazzata dalla sua auto contro chiunque avesse la pelle scura. Ieri sera, come riferisce ancora l’agenzia di stampa, il 28enne ha lasciato la stazione di polizia "a testa alta e sguardo dritto davanti a sé". Ai cronisti non avrebbe detto una parola. 'Repubblica' riporta altri particolari delle dichiarazioni di Traini. "Sono rimasto sconvolto dalle modalità brutali con le quali è stata uccisa Pamela - avrebbe detto agli inquirenti - e così ho deciso di fare un'azione personale. Volevo andare in tribunale e fare giustizia, volevo colpire il nigeriano. Ma poi ho cambiato idea".

Dunque il vero obiettivo di Traini sarebbe stato proprio Innocent Oseghale, il 29enne nigeriano accusato della morte di Pamela Mastropietro. Poi, per ovvie ragioni -  Oseghale è in stato di fermo - Traini ha cambiato idea all’ultimo momento e ha deciso di sfogare la sua rabbia contro i migranti presenti in città. Nella sua follia ha poi messo nel mirino anche la sede del Partito Democratico, nonché alcuni negozi frequentati da immigrati. Prima di consegnarsi ai carabinieri è andato nel luogo dove sono state trovate le valigie con i resti di Carmela Mastropietro: avrebbe detto una preghiera e lasciato una scatola vuota di proiettili.

Macerata, le accuse contro Traini

Traini dovrà rispondere di tentato omicidio plurimo e lesioni gravi, aggravate dalle finalità di razzismo e porto abusivo d’arma. Nelle perquisizioni eseguite in casa dei genitori di Traini sono stati trovati diversi oggetti, tra cui una copia del Mein Kampf, il vessillo di una bandiera con la croce celtica e un computer che sarà sottoposto al vaglio degli inquirenti.

Sarebbero in tutto 11 i migranti presi di mira dal 28enne. Due di loro però - è notizia dell'ultima ora - dopo aver chiamato l'ambulanza non si sono fatti trovare, forse perché non avevano i documenti in regola. 

Città sotto shock, gli stranieri: "Ora abbiamo paura"

Come riferisce Askanews, dopo la tentata strage tra gli stranieri di Macerata serpeggia la paura. "È doloroso, dopo quello che è successo abbiamo paura, non è facile vivere in una città dove qualcuno ha sparato contro sei persone di colore", ha detto James Nosakhari, nigeriano, amico di uno degli stranieri feriti. "Non è facile, credo che ora siamo tutti spaventati".

Macerata, i residenti: sui social incitamento all’odio

Ma anche i residenti condannano senza sé e senza ma il gesto di Traini. Fabrizio Compagnucci, edicolante, ha spiegato che dopo il delitto in città si era creato un clima di giustizia fai-da-te : "Mai avrei immaginato, non è una città che ha questi istinti di base, queste cose accadono nelle metropoli dove magari ci sono tensioni sociali, però in effetti dopo l’assassinio della ragazza vedevamo anche nei social che qualcuno diceva: dobbiamo farci giustizia da soli, spaccare tutto. Queste parole sono scritte".

(Video Askanews)

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