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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Reggio Calabria

Mesi di "fango" sul modello Riace, ma la Cassazione smonta le accuse contro Lucano

La Cassazione smonta gran parte delle accuse nei confronti dell'ex sindaco di Riace finito nel tritacarne giustiziario, mediatico e politico alcuni mesi fa. Il divieto di dimora dovrebbe cadere a breve. "Lucano è uno zero" disse Salvini. Italia in Comune: "Ora chieda scusa"

La Cassazione di fatto smonta gran parte delle accuse nei confronti di Mimmo Lucano, ex sindaco di Riace finito nel tritacarne giustiziario, mediatico e politico alcuni mesi fa: era stato arrestato e poi scarcerato dopo essere finito sotto inchiesta per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e presunti illeciti nell’affidamento degli appalti per la differenziata. A meno di sorprese, a breve potrà tornare a casa ma la decisione spetta al Tribunale di Reggio Calabria. Dagli appalti per i rifiuti ai matrimoni di comodo, nessun indizio di comportamenti fuori dalla legge. Lucano non si è intascato alunché e non ha favorito nessuno secondo la Cassazione. Il divieto di dimora potrebbe di conseguenza cadere tra poco. Lucano era diventato noto non solo in Italia per un modello di accoglienza dei migranti considerato da molti virtuoso.

Mimmo Lucano, la Cassazione smonta quasi tutte le accuse

A Riace quindi non ci fu alcuna "truffa", nessun matrimonio di comodo. La Cassazione ordina ai giudici di Reggio Calabria di valutare nuovamente se protrarre o meno "l’esilio" di Lucano, smontando di fatto quasi tutto l’impianto accusatorio della procura di Locri. Secondo la Cassazione i presunti illeciti nella gestione della differenziata non ci sono stati. L’appalto, si legge nelle motivazioni, è stato affidato in modo assolutamente regolare. Le motivazioni della sentenza pronunciata il 26 febbraio, nella quale si disponeva l’annullamento con rinvio al tribunale di Locri del divieto di dimora a Riace, sono un atto critico nei confronti dell'accusa. La misura cautelare era stata disposta dal Tribunale della libertà di Reggio Calabria lo scorso 16 ottobre nell’ambito dell’inchiesta della procura di Locri che ha rinviato a giudizio Lucano. L’udienza è aggiornata a domani, 4 aprile.

Alla Cassazione Lucano si era rivolto per ottenere la sospensione delle misure cautelari: è stato stabilito dagli ermellini che le delibere e gli atti di affidamento dei servizi comunali sono stati adottati con "collegialità" e con i "prescritti pareri di regolarità tecnica e contabile da parte dei rispettivi responsabili del servizio interessato". Nessuna opacità perché è la legge che consente "l’affidamento diretto di appalti" in favore delle cooperative sociali "finalizzate all’inserimento lavorativo delle persone svantaggiate", il tutto a a condizione che gli importi del servizio siano al di sotto della "soglia comunitaria". Resta invece in piedi l'accusa per avere "aiutato" la compagna, ma per ragioni "affettive".  Ma a questo riguardo, bisogna considerare "la relazione affettiva" che intercorre tra i due e lo stato di incensurato di Lucano prima di decidere nuovamente per il mantenimento del divieto di dimora.

Riace fino a pochi anni fa era un paese che andava a grandi passi verso lo spopolamento: nel centro oggi vivono stabilmente centinaia di rifugiati in una sorta di sistema di accoglienza diffuso. Per avviare il progetto Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) erano stati utilizzati immobili abbandonati, costruiti nel secolo scorso, recuperati con fondi dell’Unione europea e progetti della Regione Calabria. Il modello Riace era finito sulla stampa di mezzo mondo.

Alcuni scatti da Riace

"Matteo Salvini si scusi con Domenico Lucano"

“Mimmo Lucano è uno zero” disse Matteo Salvini al momento dell'arresto. Italia in Comune si è schierata da subito in difesa del sindaco Mimmo Lucano, un uomo coraggioso capace di costruire a Riace un modello di integrazione e solidarietà invidiato in tutto il mondo. Su di lui c'è stata una campagna stampa fascista che lo ha reso un carnefice, nonostante oggi la Cassazione dimostri la liceità dei suoi comportamenti". Così in una nota Alessio Pascucci, coordinatore nazionale di Italia in Comune. "Ci aspettiamo che il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, abbia almeno la dignità di chiedere scusa a Mimmo Lucano, dopo avergli gettato fango per mesi, additandolo come esempio di sindaco colluso. Oggi più che mai - conclude Pascucci - siamo vicini al sindaco di Riace e a tutti quegli amministratori locali che affrontano il tema dell'accoglienza e dell'immigrazione cercando sempre di garantire i diritti a tutti i cittadini, al di là della nazionalità e del colore della pelle. Un modello di integrazione che evidentemente dava fastidio al Viminale e all'attuale Governo Legastellato ma sul quale oggi la giustizia ha messo in chiaro l'onestà dell'operato del sindaco di Riace".

domenico mimmo lucano ansa-3

A Riace migranti preoccupati: "Progetto finito, che fine faremo?"

"La Corte di Cassazione ha riconosciuto che il sindaco di Riace Mimmo Lucano non ha frodato nessuno, ha unicamente agito in nome della solidarietà". Lo sostengono in una nota Maurizio Acerbo e Stefano Galieni, Segretario Nazionale e Responsabile Immigrazione di Rifondazione Comunista, Sinistra Europea. "Dopo 6 infernali mesi in cui è stato prima costretto agli arresti domiciliari e poi è stato esiliato dal suo paese, divenuto in Europa e nel mondo, modello di accoglienza e fratellanza, Mimmo Lucano potrà finalmente tornare a casa. Ma alla gioia che proviamo si accompagna la profonda indignazione contro chi ha scientemente distrutto una esperienza unica. Riace ripartirà e Rifondazione Comunista, insieme al vasto mondo solidale e antirazzista sarà ancora con Mimmo Lucano, ma ora è giusto che chi ha causato questi danni ne paghi anche politicamente le conseguenze", affermano.

"Una bellissima notizia per Mimmo Lucano e per il variegato mondo di donne e uomini che gli sono stati vicini in tutti questi mesi" secondo l'Anpi.

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