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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Luigi Pelazza de "Le Iene" in tribunale: a processo per un servizio tv del 2012

Il conduttore è comparso in tribunale a Torino per essere ascoltato in un processo in cui è imputato per concorso in sostituzione di persona per un servizio andato in onda quattro anni fa

Luigi Pelazza, volto noto della trasmissione tv Le Iene, è comparso in tribunale oggi a Torino, per deporre nel processo che lo vede imputato per concorso in sostituizione di persona.

La vicenda risale a quattro anni fa, per un servizio andato in onda nel gennaio 2012. Come ricostruisce Repubblica, in quell'occasione Pelazza aveva raccolto la testimonianza di una donna, che lo aveva contattato per denunciare le gravi difficoltà che aveva avuto nell'incontrare la figlia. Katia, affetta da un grave ritardo mentale, dopo essere stata allontanata di casa, era stata inserita in una comunità nel quartiere di Borgo San Paolo, a Torino. La madre, la signora Anna, sosteneva che la figlia venisse trattata in modo brusco.

Le Iene avevano deciso quindi entrare nella comunità, con una telecamera nascosta, per verificare la situazione. Per timore di essere riconosciuto, Pelazza non è entrato nella struttura, mentre un suo collega, Luca Panichi, che è già stato giudicato con rito abbreviato, è riuscito ad entrare mentendo sulla propria identità e facendosi passare per un lontano cugino americano. In quell'occasione, ricorda il quotidiano di Largo Fochetti, erano stati ripresi gli abbracci tra madre e figlia ma si vedeva anche la direttrice del centro comportarsi in maniera brusca. La donna, che si era poi riconosciuta nel servizio una volta mandato in onda in tv nonostante la redazione le avesse oscurato il volto, aveva sporto denuncia.

In tribunale, Pelazzo ha spiegato che il servizio era stato realizzato da Panichi e che lui si era limitato a fare la cosiddetta "chiusura", ossia il volto narrante di alcuni passaggi. Rispondendo alle domande dell'avvocato della parte civile, Pelazza ha poi ribadito di "essere stato giornalista fino al 2013", sottolineando però che "il diritto di cronaca non ce l'hanno solo i giornalisti, perché è garantito dall'articolo 21 della Costituzione".  A processo sono finiti anche gli autori del servizio, insieme alla madre di Katia (che ha già "espiato" la colpa con un periodo di "messa alla prova" in una parrocchia ) e una sua parente. Prima di lasciare il Palazzo di Giustizia, Pelazza è stato avvicinato da alcune persone che lo hanno riconosciuto e che hanno chiesto di poter fare delle foto con lui. 

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