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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Mafia

Dalle campagne alla nostra tavola: ecco come la mafia controlla frutta e verdura

Nel campo dell'agro-alimentare il 'fatturato a delinquere' è salito è del 12% in più rispetto a due anni fa: 14 miliardi di euro l'anno, alla faccia della crisi

Un volume d'affari aumentato del 12%, per un totale di 14 miliardi di fatturato nero. Per la mafia gli affari nel campo dell'agroalimentare non sono mai andati così bene almeno negli ultimi due anni. E' quanto riferisce Coldiretti commentando l'operazione antimafia che ha portato alla luce le attività economiche legate al clan dei Galatolo. Secondo gli inquirenti  la famiglia gestiva il mercato ortofrutticolo di Palermo grazie a una rete di imprenditori insospettabili. Le indagini hanno portato a sequestro di beni con cifre da capogiro: immobili, aziende e numerosi rapporti finanziari per un valore complessivo di circa 250 milioni di euro.

LEGGI L'ELENCO DEI BENI SEQUESTRATI (da PalermoToday)

Cosa nostra si sarebbe occupata di alcuni servizi paralleli all'interno del mercato, dal facchinaggio al parcheggio dei mezzi, dal trasporto e vendita di cassette di legno al materiale d'imballaggio, tramite la cooperativa "Carovana Santa Rosalia", anch'essa sequestrata dalla Dia. Grazie alle dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia è emerso come i Galatolo controllassero in toto per conto di Cosa nostra, distorcendo il mercato ed eliminando qualunque tipo di concorrenza.

GUARDA IL VIDEO DELL'OPERAZIONE DELLA DIREZIONE INVESTIGATIVA ANTIMAFIA DI PALERMO

Ma non non bisogna stupirsi troppo: uno dei campi di investimento più redditizi degli ultimi anni per Cosa Nostra è stato proprio quello agro-alimentare. La criminalità organizzata è infatti attiva sia nell'intermediazione dei prodotti ma anche in tutti i servizi di gestione e stoccaggio. La mano delle associazioni a delinquere arriva fin dentro i centri commerciali, "con pericolosi effetti sulle tasche degli italiani e sul reddito delle imprese agricole, con rincari anomali dei prezzi e aumento dei costi" sottolinea il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.

La lotta alla criminalità organizzata passa anche per frutta e verdura e questo mette a rischio non soltanto il mercato, i produttori e le aziende agricole ma anche la qualità dei prodotti e quindi la salute dei cittadini. Un'indagine conoscitiva dell'Antitrust ha evidenziato che i prezzi per l'ortofrutta moltiplicano in media di tre volte dalla produzione al consumo, ma i ricarichi variano del 77% nel caso di filiera cortissima (acquisto diretto dal produttore da parte del distributore al dettaglio), del 103% nel caso di un intermediario, del 290% nel caso di due intermediari. Fino ad arrivare al 294% per la filiera lunga (presenza di 3 o 4 intermediari tra produttore e distributore finale).

Più intermediazioni ci sono tra produttore e consumatore, più servizi devono essere pagati per lo stoccaggio e il trasporto. Questo svaluta i prezzi dei prodotti e quindi il guadagno dei piccoli e medi imprenditori agricoli. In molti casi non si riescono a coprire i costi di produzione e la crisi e il rincaro dei consumi sta portando le industrie della frutta e della verdura sull'orlo del collasso. Motivo per cui è sempre più diffusa la manodopera in nero, lo sfruttamento dei lavoratori dei braccianti e dei lavoratori stagionali per la raccolta, per lo più migranti, che dal caso di Rosarno organizzano tutti gli anni manifestazioni di protesta.

Le associazioni a delinquere si insidiano lì dove le intermediazioni sono maggiori, controllando il trasporto dalle campagne ai mercati, ai negozi fino ai centri commerciali. Poi c'è il campo che riguarda il prodotto: le mafie falsificano le etichette su cui sono riportate le tracce di provenienza, così prodotti di altri Paesi vengono spacciati come Made in Italy. 

GUARDA IL VIDEO SULLA FILIERA AGROALIMENTARE CONTROLLATA DA COSA NOSTRA 

Inoltre il campo dell'agroalimentare è ottimo per mettere le mani sul territorio, attraverso racket, usura ed estorsione. "Con i classici strumenti viene imposta la vendita di determinate marche e determinati prodotti agli esercizi commerciali, che a volte, approfittando della crisi economica, arrivano a rilevare direttamente. Non solo si appropriano di vasti comparti dell'agroalimentare e dei guadagni che ne derivano, distruggendo la concorrenza ed il libero mercato legale e soffocando l'imprenditoria onesta, ma - conclude Coldiretti - compromettono in modo gravissimo la qualità e la sicurezza dei prodotti, con l'effetto indiretto di minare profondamente l'immagine dei prodotti italiani ed il valore del marchio Made in Italy".

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