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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

"La mia paziente non voleva più curarsi e io, medico, l'ho lasciata morire"

Su Facebook il commosso racconto di un giovane medico di Carbonia. "Che senso ha vivere qualche giorno in più così?", gli ha detto la paziente, malata terminale

La sua paziente, malata terminale, non voleva più curarsi e lui, dopo aver riflettuto, ha deciso che era giusto così e l'ha lasciata morire. Marco Deplano, giovane medico dell'ospedale di Carbonia, ha raccontato in un lungo e commosso post su Facebook la sua esperienza. "Ho soltanto riportato uno stralcio di quotidianità - ha commentato poi il medico, in risposta ai migliaia di messaggi che gli sono arrivati - Io non sono che uno dei tanti medici che lavora con passione ogni giorno, che ogni giorno sfida oggettive difficoltà che i non addetti ai lavori spesso scambiano per mancanza di professionalità".

Tutto è iniziato con una normale "chiamata di routine", scrive Il Corriere della Sera. Il dottor Deplano arriva in urologia, la paziente  -"Tra i 70 e gli 80 anni, bianca bianca, capello rosso carota con due dita di ricrescita ma smalto rosa impeccabile" - ha un tumore in fase terminale con insufficienza renale. "Lo sai che io sono già morta? Si, sono morta 15 anni fa. Quindici anni fa mio figlio a 33 anni è venuto a mancare, ha avuto un infarto. Io sono morta quel giorno lo sai? Io dovevo morire con lui 15 anni fa", gli dice la paziente, che non vuole più essere sottoposta ad alcuna cura. "Che senso ha vivere qualche giorno in più con sacchetto, soffrendo e facendo penare i miei cari, io ho una dignità", spiega. "La vita è mia e ho deciso così. Anzi fai una cosa, sospendi la trasfusione che ho voglia di tornare a casa e mangiare un gelato con mio nipote".

Marco è colpito. 

"Nudo e disarmato dinanzi a un candore e una consapevolezza della morte che mi hanno tramortito. Mi sono girato per scrivere la consulenza per evitare che mi vedesse gli occhi lucidi"

La sua confessione ha scosso i social e il pubblico. "Non siete tutti uguali voi pazienti e ognuno ha bisogno del tempo necessario e soprattutto noi medici siamo uomini, con i nostri limiti, tempi e personalità ma soprattutto non siamo Dio. La vita quando deve finire finisce e noi affianco a voi siamo spettatori impotenti. E io prima di essere dr. Deplano sono Marco, pregi e difetti inclusi, ho un mio trascorso, ho il mio carattere (accio) anche se i casini personali li lascio fuori dalla porta dell’ospedale... sono sempre umano... e ho tanto da imparare. Ringrazio tutti per i messaggi di ammirazione, di richiesta di conforto... ma non merito tutto questo clamore e mi sento di condividerlo con chi come me tira avanti la baracca per starvi stare bene"

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