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Giovedì, 25 Aprile 2024
CRONACA

Loris, mamma in carcere tra gli insulti: "Assassina, devi morire"

Veronica Panarello si trova nel carcere di Catania: non ha ammesso alcuna responsabilità, ma i pm sono convinti che è stata lei ad uccidere il figlio di otto anni. Insultata all'uscita dalla questura e all'arrivo in carcere. Ora si attende la decisione del gip sulla convalida del fermo

ROMA - L'hanno interrogata per cinque ore, ieri, e lei è scoppiata a piangere, dopo aver ribadito di nuovo di non avere alcuna responsabilità nella morte del figlio Andrea Loris Stival. "Io collaboro, collaboro - ha detto - ma non ho ucciso mio figlio". Veronica Panarello, madre del piccolo ucciso a Santa Croce Camerina (Ragusa) si trova ora nella sezione femminile del carcere di Piazza Lanza a Catania, perché i pm la accusano di aver ucciso il figlio e di averne occultato il cadavere. "Adesso voglio stare sola", avrebbe detto agli agenti penitenziari.

L'ACCUSA - In attesa della decisione del giudice per le indagini preliminari sulla convalida del fermo, i pm di Ragusa scrivono che Veronica Panarello avrebbe provocato la morte di Loris per soffocamento "aggredendolo mediante azione di strangolamento portata con l'uso di una fascetta stringicavo in plastica". In seguito a questa precisazione, alla donna viene contestata anche l'aggravante della crudeltà, oltre che del legame di parentela. 

GLI INSULTI ALLA MAMMA - Durante il suo trasferimento in carcere, la donna è stata più volte insultata. Prima, all'uscita dalla questura di Ragusa, alcune decine di cittadini hanno urlato contro di lei "Vergogna, vergogna", applaudendo invece al passaggio delle forze dell'ordine. Urla e insulti hanno accolto Veronica anche all'arrivo al carcere di Catania, dove tra giovedì e venerdì il gip del capoluogo la sentirà in un interrogatorio di garanzia per decidere sulla convalida dell'arresto. Ad attenderla un centinaio di persone che hanno inveito contro di lei urlandole "assassina, assassina...". E infine, anche i detenuti hanno gridato contro la donna "assassina, assassina, devi morire".

COSA DICONO I PM CHE LA ACCUSANO - Nel decreto di fermo, i pm di Ragusa indicano i "gravi indizi di colpevolezza" nei confronti della mamma del piccolo Loris: "Veronica Panarello - scrivono - si è resa responsabile dell'omicidio del proprio figliolo, con modalità di elevata efferatezza e sorprendente cinismo". I pm di Ragusa assicurano che l'esame dei filmati e le testimonianze "consentivano di documentare, oltre ogni ragionevole dubbio, che il piccolo Loris non usci più dal condominio" dopo esser tornato a casa. E che "nell'intervallo tra le 8.49 e le 9.23 di sabato nessuna altra persona non conosciuta entrò nel condominio". Inoltre l'auto della madre, sempre secondo i pm, "a oltre 200 metri da questo ultimo impianto di carburante" (il distributore Erg, ndr), "svoltava a destra immettendosi nella strada poderale che conduce al Mulino Vecchio", dove è stato trovato il piccolo. Le dichiarazioni di Veronica "confliggono palesemente con le risultanze delle registrazioni degli impianti di videosorveglianza installati lungo l'effettivo percorso seguito dalla Panarello proprio quella mattina", si legge ancora nel decreto di fermo. 

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LA DIFESA: "INDAGINI FRETTOLOSE" - Per un'accusa che non sembra avere dubbi sull'autore dell'omicidio, non cambia idea sulla sua assistita il legale di Veronica Panarello, l'avvocato Francesco Villardita, che giudica "leggermente frettolosa" l'indagine della Procura di Ragusa, affidata a polizia e carabinieri. "Sono certo - aggiunge - che alla fine si potrà giungere alla verità". E sulla donna: "E' serena per l'inchiesta, ma distrutta dal punto di vista umano: le manca suo figlio e anche la sua famiglia". "E' preda di grandi crisi di sconforto - riprende -. E' distrutta per la morte del figlio e ha chiesto di incontrare il marito". L'avvocato sottolinea poi che il filmato visionato non permette di accertare che Loris quella mattina tornò a casa: "Da quelle immagini, visionate con la mia assistita, non si riconosce nessuno. E abbiamo anche prove testimoniali che dimostrano che il bambino è stato accompagnato a scuola". "La signora - precisa Villardita - ha visto il fotogramma, e ha chiesto da cosa avrebbero individuato il fatto che fosse Loris. Perché non è assolutamente soggetto individuabile. Questa certezza non ce l'ha nessuno, e non potranno averla mai, perché non è identificabile se quel bambino è Loris o un'altra persona". Inoltre, il legale aggiunge che la madre di Loris "ha ribadito la sua versione fornita il 29 novembre sulla scomparsa del figlio, confermando fino in fondo la sua ricostruzione". E ancora: "E' stato un interrogatorio lungo, al quale la mia cliente ha risposto punto su punto, rimanendo ferma sulle sue posizioni: lei è innocente e ha confermato di aver portato il bambino a scuola e di essere andata poi a Donnafugata". Per lei, però, si sono aperte le porte del carcere.

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