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Venerdì, 29 Marzo 2024
Alluvione Genova

Genova, la rabbia degli alluvionati: uova e monetine contro il Comune

Seicento persone hanno sfilato per le strade della città, fino al palazzo del Comune, per chiedere le dimissioni di sindaco e governatore. Tensione sotto palazzo Tursi

GENOVA - La rabbia, per tanti giorni sfogata con una pala in mano, è esplosa. Momenti di tensione a Genova alla manifestazione "Ora basta" indetta dai cittadini per chiedere le dimissioni del sindaco, del governatore e dei vertici Arpal dopo l'ennesimo, ormai solito, disastro annunciato. 

I manifestanti, circa seicento, capeggiati dai cantautori genovesi Francesco Baccini e Cristiano De Andrè, hanno sfilato per le vie della città gridando "vergogna", "assassini", fino ad arrivare alle porte di palazzo Tursi, sede del Comune. Qui il corteo è stato bloccato da transenne e agenti in tenuta antisommossa e una delegazione è salita dal sindaco.

Proprio a due passi dal Comune si sono registrati i momenti di maggiore tensione con un consigliere del Gruppo Misto, Mario Baroni, che è stato spintonato e insultato da un gruppo di manifestanti. Sempre davanti al palazzo c’è stato anche un lancio di uova, monetine, bottigliette di plastica e altri oggetti.

Alluvione, Genova dice "ora basta"

"La gente - ha detto Baccini - vuole sapere dove sono finiti i soldi per la messa in sicurezza del territorio. Qui non c’è mai nessuno che dica è colpa mia. Quando ho saputo dell’alluvione mi sono preoccupato per la mia famiglia ma è inaccettabile che ogni volta che piove si rischia il disastro e sempre nello stesso quartiere. Il problema - ha accusato - è il torrente Bisagno e bisogna fare i lavori. In questi giorni abbiamo visto i nostri politici con aria di sufficienza nelle zone alluvionate. Se avessero un minimo di decenza le dimissioni le avrebbero date da soli e invece - ha commentato amaro - finché non c’è una strage restano lì".

Sulla stessa lunghezza d'onda, l'altro "grande" in piazza, Cristiano De André. "La musica deve cambiare. A chi ha spalato il fango va il nostro applauso - ha detto - Noi stiamo dalla parte dei commercianti e dei cittadini che hanno subito questo ennesimo scempio che poteva essere evitato. Bisogna tornare in piazza, bisogna tornare alla parola per dire basta perché il silenzio dà ragione a chi cerca di fregarci. Genova sono gli `angeli del fango´ e da lì bisogna ripartire". 

GLI ANGELI DEL FANGO A GENOVA | INFOPHOTO

Tra chi sta cercando di ripartire c'è anche il sindaco di Genova, Marco Doria, uno dei più contestati. Il primo cittadino, con la contestazione sotto i "suoi" balconi, ha aperto i lavori del consiglio comunale annunciando che "la giunta oggi ha assunto la decisione di arrivare, dopo la sospensione, alla riduzione o al completo azzeramento dei tributi comunali per tutti i cittadini danneggiati dall’alluvione. Non possiamo cancellare le imposte nazionali, - ha spiegato - ma possiamo creare un fondo per coprire le tasse fino al loro azzeramento. Lo stanziamento iniziale del fondo sarà di due milioni di euro. La cosa peggiore - ha chiarito - è non potersi confrontare con i cittadini e in consiglio. Mi sto confrontando con i manifestanti e voglio continuare a farlo, ragione per cui sono arrivato in ritardo in aula, ho detto loro che tra dieci giorni ci si rincontra per fare il punto su tutti i temi che hanno sollevato".

Alluvione a Genova, città sommersa

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