Marò, la dura risposta dell'Italia all'India: "Latorre resta qua"
Dopo il no della Corte suprema indiana, che ha impedito ai due marò di trascorrere in Italia le festività, la rabbia del governo: "Latorre si cura qua". Rottura vicina?
ROMA - Da quasi tre anni in India. Anni di rinvii, ritardi: di un processo e di una sentenza mai arrivati. L'ultimo schiaffo da Nuova Delhi è arrivato martedì quando la Corte Suprema ha detto no all'istanza dei due marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, che avevano chiesto di poter trascorrere in Italia le festività natalizie. Uno schiaffo che ha fatto infuriare l'Italia e le sue istituzioni, da Napolitano a Gentiloni passando per Pinotti. Tanto che, per la prima volta, il governo sembra pronto a un muro contro muro deciso.
Il "là" lo aveva dato il capo dello Stato, Giorno Napolitano - "Sono fortemente contrariato dopo le notizie dall'India" - seguito a ruota libero dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti: "E' una decisione grave che non ci aspettavamo. Siamo vicini ai nostri militari e come Italia pensiamo a come rispondere".
Una risposta che era arrivata poco dopo, per bocca della stessa Pinotti: "Massimiliano Latorre - il fuciliere è già in Italia per curarsi da un ictus, ma al termine delle terapia dovrebbe rientrare in India - si deve curare qui in Italia, ce lo stanno dicendo i medici e non vedo quindi come possa tornare in India. Noi non ci muoviamo da questa posizione - ha attaccato duramente - La decisione della Corte suprema indiana è una doccia gelata, è incomprensibile anche dal punto di vista umanitario e l'Italia non può che reagire".
Poche ore dopo, nella prima mattinata di mercoledì, è arrivata anche la reazione ufficiale dell'Italia, affidata al ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, impegnato in un'audizione in Parlamento. Il governo italiano, ha informato il titolare della Farnesina, ha deciso di richiamare l’ambasciatore in India, Daniele Mancini, per consultazioni.
L’Italia, ha spiegato Gentiloni, "si riserva tutti i passi necessari nei confronti delle autorità indiane sulla vicenda dei due marò. E lo dobbiamo fare - ha aggiunto - senza improvvisazioni e«con il necessario equilibrio".
