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Giovedì, 25 Aprile 2024
Diritti Gay

I matrimoni gay sono un diritto umano: ma "solo" per l'Europa

Strasburgo ha votato sì alle unioni civili e ai matrimoni tra persone dello stesso sesso. Adesso la palla passa ai governi delle varie nazioni: "E' uno dei diritti fondamentali". Ma per Flavio Romani di Arcigay la comunità lgbt non vive bene nel nostro Paese

Le unioni civili e il matrimonio tra persone dello stesso sesso sono un diritto umano. A dirlo è il Parlamento europeo, dopo che ha approvato a larga maggioranza (390 sì, 151 no e 97 astensioni) la "Relazione annuale sui diritti umani e la democrazia nel mondo", curata dall’europarlamentare pd Pier Antonio Panzeri. Nel documento si "incoraggia governi e istituzioni a contribuire alla riflessione sul riconoscimento di queste unioni". 

UN DIRITTO DA TUTELARE... - Nonostante il voto favorevole, non sono mancate le polemiche, anche all'interno degli stessi parlamentari del Partito Democratico: c'è chi ha votato no, come l'onorevole Luigi Morgano e Damiano Zoffoli, chi non ha votato e chi invece si è astenuto. Ma non bisogna stupirsi: il nostro Paese è uno degli ultimi nove paesi dell'Unione europea che non ha alcun tipo di "legge tutela". 
 

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"Ho approvato l’intera relazione che è un ottimo testo -  ha spiegato l'europarlamentare Pd Patrizia Toia - Ma mi sono astenuta sul punto delle unioni civili. Ho trovato la sua formulazione troppo squilibrata sulla parità tra unioni civili e matrimonio. Credo che ogni Stato debba cercare un profilo giuridico per regolare questa materia. Credo che sia una questione politica e sociale. Non scomoderei i diritti umani". Chi ha votato no non ha dubbi invece: "Le decisioni su queste materie delicatissime, che toccano i principi e i valori di ogni persona, il modello di famiglia e di società che vogliamo costruire. Sono proprie degli Stati membri e non delle istituzioni europee" spiega Luigi Morgano, che invece ha votato contro l'approvazione. 

...MA IN ITALIA NON E' UN BEL VIVERE - Anche se l'Europa lo ha riconosciuto come diritto umano, nel nostro Paese chi fa parte della comunità lgbt non vede lo riconosciuto in nessun modo: "L'Italia in questo momento rispetto questo documento è proprio totalmente sfasata, su un altro pianeta visto che non c'è nessuna norma di nessun tipo. Siamo fuorisincrono: la Danimarca ha approvato la legge nel 1989 mentre noi siamo la vergogna del mondo occidentale" ci spiega Flavio Romani, presidente di Arcigay. 

In realtà anche nel nostro Paese qualcosa si sta muovendo e il primo ad affrontare l'argomento è stato proprio il premier Matteo Renzi: "Ma in commissione Giustizia al Senato non si sta parlando di matrimonio: le proposte di legge che c'erano sono state accantonate. Così si è tornato a parlare di unioni civili. C'è questa proposta in bozza della senatrice pd Monica Cirinnà, il cui titolo primo parla proprio della regolamentazione delle unioni dello stesso stesso". Anche se con le unioni civili ci sarebbe qualche problema: "Ci resta il rammarico: non si parla mai di matrimonio, si continua a parlare di unione civili. E' come mandare una raccomandata con ricevuta di ritorno quando in realtà c'è la possibilità di mandare email" commenta Romani. 

In effetti in questo momento lo Stato italiano non riconosce in nessun modo le coppie dello stesso sesso e questo significa la negazione di tutta una serie di diritti che influiscono molto sulla vita quotidiana delle persone: "Questioni come i permessi lavorativi, i testamenti, la pensione, l'assistenza medica del proprio coniuge malato. Il matrimonio per lo Stato è un contratto tra due persone che si impegnano davanti alla società di rispettare una serie di doveri di mutua assistenza reciproca. Eppure in Italia ci sono coppie dello stesso sesso che stanno insieme da anni, senza aver sviluppato nessun tipo di tutela. Non è un bel vivere, anzi è proprio brutto" conclude Romani. 

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