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Venerdì, 19 Aprile 2024
Omicidi

Freddo, schivo e indecifrabile: chi è Mattia Del Zotto, il presunto killer del tallio

Esperto di informatica passava le sue giornate davanti al pc. Poi lo scorso giugno ha deciso di sfogare la sua frustrazione contro i familiari: "Li ho uccisi perché erano impuri"

Chiuso nel suo mondo, muto, indecifrabile. Freddo e senza emozioni. Così viene descritto Mattia Del Zotto, il ragazzo di 27 anni accusato di aver ucciso tre suoi parenti avvelenandoli con il tallio e di aver mandato in ospedale altre cinque persone. Ma chi è davvero il killer della Brianza? Come racconta MonzaToday, fino a due anni fa Del Zotto era un ragazzo come tanti, con un lavoro da ragioniere e una vita sociale molto ristretta. Poi, senza alcun apparente motivo, la totale chiusura a ogni contatto con il mondo esterno. Si è chiuso in se stesso. Del Zotto era un esperto di informatica e passava le sue giornate davanti al pc. Finché lo scorso giugno ha deciso di sfogare la sua frustrazione e le sue ossessioni contro i suoi familiari.

La dinamica degli omicidi da tallio

Proprio sul web ha maturato la decisione di sterminare tutta la sua famiglia, uccidendo la zia Patrizia e i nonni paterni. Prima ha cercato di procurarsi dell'arsenico poi, proprio perché l'impresa avrebbe messo a rischio il suo anonimato, ha optato per il solfato di tallio.

Così ha creato una casella di posta elettronica con un nome falso: Davide Galimberti. E poi - con grande esperienza - riuscendo a nascondere ogni traccia ha preso i contatti con una azienda di Padova e ha acquistato sei flaconcini di veleno. Secondo i magistrati del Tribunale di Monza e i carabinieri di Desio però non ci sono dubbi: il killer del tallio è lui.  

Nipote uccide famiglia: "Erano impuri"

"Li ho uccisi perché erano impuri" ha raccontato ai carabinieri di Desio che sono andati ad arrestarlo. Parole sconnesse - scrive MonzaToday - che rivelano un forte turbamento emotivo e interiore. E che contrastano con la vita serena e felice della famiglia Del Zotto: un nucleo familiare descritto da tutti come i vicini di casa come ideale. Mai un problema, mai una discussione, una forte unione tra i parenti.

I sospetti sul secondo caso di avvelenamento

A far insospettire i carabinieri è stato il secondo caso di avvelenamento: quello del 13 novembre, che investe anche la famiglia Palma. Impossibile che il veleno sia nel cibo, se si trasmette da una casa all’altra. Iniziano indagini ancora più serrate. I carabinieri di Desio perquisiscono la cameretta della casa dove Mattia vive con la famiglia e il padre Domenico Del Zotto. Trovano uno scontrino: 248 euro spesi per acquistare sei flaconi di tallio. E poi, nelle bozze del suo account di posta elettronica falso, gli scambi con l’azienda di Padova dove ha acquistato il tallio.

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