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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Malta

A Malta il mercantile che era stato dirottato dai migranti: e lo stop a Sophia fa discutere

Sotto controllo la situazione del mercantile El Hiblu. Amnesty International contro la riduzione, decisa ieri dai governi Ue, dell'operazione 'Sophia' di EunavforMed, che proseguirà nel Mediterraneo centrale priva di navi e con la sola sorveglianza aerea

La petroliera turca El hiblu 1, dirottata verso l'Europa dai migranti soccorsi nel Mediterraneo e poi passata sotto il controllo delle Forza Armate di Malta, ha attraccato nel porto di La Valletta. È quanto si rileva dai siti di monitoraggio sul traffico marittimo. A bordoci sono 108 migranti, salvati nel Mediterraneo ma che non hanno voluto essere riportati in Libia verso cui la petroliera era destinata.  "Non ci sottraiamo alle nostre responsabilità, nonostante le nostre dimensioni, e rispetteremo tutte le norme internazionali": è quanto ha scritto su Twitter il premier maltese Joseph Muscat.

Mercantile dirottato migranti, è a Malta

La Marina maltese nel corso della serata di ieri aveva preso il controllo del mercantile che era stato dirottato dai migranti messi in salvo che si rifiutavano di essere riportati in Libia. Secondo quanto rende noto una dichiarazione delle Forze Armate di Malta un'unità delle operazioni speciali "è stato inviato a bordo e messo in sicurezza l'imbarcazione in modo da restituire il controllo della nave al capitano". "Il mercantile, il suo equipaggio e tutti i migranti sono ora scortati dalla Marina militare al Boiler Wharf - continua il comunicato riferendosi ad un dei moli del porto della Valletta - per essere consegnati alla polizia per ulteriori indagini".

Nelle comunicazioni radio tra Marina maltese e mercantile El Hiblu, con equipaggio turco e battente bandiera di Palau, "il capitano più volte ha ripetuto di non essere in controllo dell'imbarcazione e che il suo equipaggio era stato costretto con le minacce da parte di diversi migranti a procedere verso Malta". I migranti salvati in mare non vogliono essere riportati in Libia dove sono esposti a violenze ed abusi, comprese torture e violenze sessuali.

Quei 41 migranti che qualcuno ha contato ma poi nessuno ha cercato 

Migranti, nel Mediterraneo solo sorveglianza aerea: stop navi operazione Sofia

Ma di immigrazione sulla rotta del Mediterraneo centrale si continua a parlare a tutti i livelli. "Questa vergognosa decisione non ha nulla a che fare con le necessità delle persone che rischiano le loro vite in mare. Ha tutto a che fare, invece, con l'incapacità dei governi europei di trovare il modo di condividere le responsabilità del loro salvataggio". Il ricercatore di Amnesty International sull'immigrazione, Matteo de Bellis, commenta così la notizia della riduzione, decisa ieri dai governi dell'Unione europea, dell'operazione 'Sophia' di EunavforMed, che proseguirà nel Mediterraneo centrale priva di navi e con la sola sorveglianza aerea. "Siamo di fronte a un'oltraggiosa abdicazione alle proprie responsabilità da parte dei governi dell'Unione europea - denuncia - Dopo aver usato ogni pretesto a loro disposizione per precludere il Mediterraneo alle navi di soccorso delle Ong e avendo già interrotto diversi mesi fa le loro operazioni di soccorso, i governi dell'Unione europea stanno ora togliendo le loro navi in modo che nessuno possa salvare le vite di uomini, donne e bambini in pericolo".

"I governi dell'Unione europea continueranno a usare la sorveglianza aerea per allertare la Guardia costiera libica quando individueranno migranti e rifugiati in mare, in modo che vengano riportati in Libia, pur sapendo che lì verranno detenuti arbitrariamente e sottoposti a torture, stupri, uccisioni e sfruttamento. Se le notizie di oggi sono corrette, è bene che i governi europei riconsiderino urgentemente la loro decisione e mantengano una capacità di soccorso in mare - ammonisce Amnesty - Va stabilito un meccanismo per il rapido approdo e l'altrettanto rapida ricollocazione in Europa delle persone soccorse in mare e ogni ulteriore forma di cooperazione con la Libia dovrà essere subordinata alla chiusura dei centri di detenzione in quel paese".

Consiglio d'Europa: "Perdite di vite umane continua"

Anche il Consiglio d'Europa contro la sospensione dell'Operazione Sophia. In una nota, il commissario per i diritti umani, Dunja Mijatovic, ha espresso "rammarico" per la decisione presa a Bruxelles, una decisione in base alla quale "ci saranno meno mezzi navali nel Mediterraneo per il soccorso in mare delle persone in difficoltà". "La perdita di vite umane continua - denuncia il commissario del Consiglio d'Europa - Questo dovrebbe ricordare agli Stati l'urgenza di adottare un approccio diverso, un approccio che dovrebbe assicurare un sistema pienamente operativo e con le risorse sufficienti per salvare vite in mare e salvaguardare la dignità dei migranti". Quindi Mijatovic ha rivolto un appello ai Paesi europei perché sostengano le organizzazioni non governative, che "stanno cercando di riempire il vuoto crescente nelle capacità di soccorso, invece di ostacolarle e criminalizzarle".

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