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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Italia

Migranti, più italiani in fuga che immigrati mentre l'Europa inciampa sui rimpatri

Nel 2016 erano più gli italiani emigrati all'Estero che gli immigrati nel Belpaese: ora dopo la crisi migratoria l'Unione Europea aggiorna i dati e stempera l'allarme "invasione" regalando 3 miliardi alla Turchia e 50 milioni alla Libia per controllare le frontiere

Un giovane migrante di origine eritrea è morto poco dopo essere sbarcato a Pozzallo il 13 marzo scorso. Il ragazzo era tra i 91 migranti approdati a bordo della nave dell'Ong spagnola Proactiva Oper Arms ma giunto sulla terraferma in condizioni fisiche disperate: è morto per fame e per la malnutrizione. Un caso rappresentativo della situazione a Sud del Mediterraneo: a causa della siccità in Africa orientale milioni di persone potrebbero presto trasformarsi in migranti climatici, e con una sola via di uscita. 

Ma quanti sono i migranti in Italia e qual è la situazione in un Paese, il nostro, che ha visto alle recenti elezioni un vero e proprio boom di cittadini che hanno votato dai paesi esteri in cui ora risiedono? Stiamo davvero tornando ad essere un Paese di emigranti?

Mettendo a confronto gli ultimi dati ISTAT sui cittadini stranieri residenti in Italia e quelli dell’AIRE (Anagrafe italiani residenti all’estero), si evidenzia come emerso che nel 2016 c’erano più italiani residenti all’estero che stranieri residenti in Italia: quasi 5 milioni di emigranti contro i 3.714.137 immigrati. Il Dossier Statistico Immigrazione 2017 elaborato dal centro studi e ricerche Idos registra come oggi il flusso degli emigrati italiani siano tanti quanti erano nell’immediato dopoguerra: oltre 250.000 l'anno. (qui i dati raccolti da Money.it)

Chi va via dall'Italia. Ad andarsene sono soprattutto i giovani in cerca di lavoro, attratti dai migliori stipendi e condizioni di lavoro di Gran Bretagna, Svizzera e Germania, ma anche Brasile e USA. Per non parlare degli anziani che decidono di trascorrere la pensione nei Paesi con tassazione e costo di vita favorevoli come Spagna, Portogallo e Canada.

Chi arriva. L’Italia da parte sua, richiama badanti, provenienti soprattutto dalla Romania, ma anche cinesi, bengalesi e pakistani e, pure statunitensi, che dai dati raccolti risultano essere più degli egiziani residenti nella Penisola.

Ai dati che, ripetiamo, sono cristallizzano la situazione al 2016 vanno tuttavia pesati con l'ondata migratoria.

Migranti, quanti sono gli sbarchi nel 2018

Netto calo dell'arrivo di migranti in Italia a febbraio: lo rileva l'agenzia europea Frontex, secondo cui il numero di migranti sbarcati in Italia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale il mese scorso è sceso a meno di 800, meno di un decimo rispetto a febbraio del 2017. Il numero totale di migranti rilevati su questa rotta nei primi due mesi del 2018, ovvero il periodo gennaio-febbraio, è diminuito del 61%, a 5.200. Secondo Frontex, il mese scorso il numero di migranti che hanno lasciato le coste libiche è precipitato a causa dell'aumento delle attività della Guardia costiera libica e delle condizioni meteorologiche avverse. Al momento, quest'anno, le persone di nazionalità eritrea rappresentano il principale gruppo di migranti individuati su questa rotta, seguiti da cittadini della Tunisia. 

Il mese scorso si sono registrati 3.400 arrivi irregolari sulle quattro principali rotte migratorie verso l'UE, in calo di quasi tre quarti rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A causa della "minore pressione" sulla rotta del Mediterraneo centrale, nei primi due mesi di quest'anno, il numero totale di valichi di frontiera irregolari è quasi dimezzato a quota 12mila. 

Secondo i dati della Commissione Europea più di 285.000 migranti sono stati salvati dalle operazioni dell'UE nel Mediterraneo dal febbraio del 2016, mentre nel 2017 oltre 2 mila migranti sono stati salvati nel deserto dopo essere stati abbandonati dai contrabbandieri.

Secondo Bruxelles, il lavoro della task force congiunta Unione Africana-Ue-Onu, in cooperazione con l'Organizzazione internazionale per le migrazioni, istituita a novembre, nel 2017 ha consentito a oltre 15.000 migranti di tornare dalla Libia nei loro paesi d'origine e oltre 1.300 rifugiati sono stati evacuati dalla Libia nell'ambito del nuovo Transito di emergenza dell'UNHCR finanziato dall'UE. 

Il piano di ricollocamento dei migranti

Il programma di ricollomento dei migranti portato avanti dall'Unione Europea registra il trasferimento di quasi 34 mila persone negli Stati comunitari. Tuttavia restano oltre 149 richedenti asilo in Grecia e ben 933 in Italia.

Secondo i dati di Bruxelles l'arrivo dei migranti è in calo rispetto all'anno pre-crisi (2014), anzi, quasi dimezzato. Il commissario Ue per la Migrazione e gli affari interni, Dimitris Avramopoulos, parla di una riduzone dei quasi il 30%. 

Secondo i dati forniti dalla Commissione, con 205mila attraversamenti irregolari di frontiera nel 2017, gli arrivi nell'UE sono stati inferiori del 28% rispetto al 2014. Tuttavia nel solo 2017 sono state presentate 685.000 domande di asilo nel 2017.

Il problema dei rimpatri

Se il flusso migratorio va calando, anche il commissario Ue, punta l'attenzione sul tema dei rimpatri: ogni anno ne vengono effettuati meno del 40%. Altro tema caldo la gestione delle frontiere e la necessità di creare canali legali, in particolare il reinsediamento dall'Africa ma anche dalla Turchia.

Fondi in uscita: 3 miliardi alla Turchia

 L'Unione europea ha sbloccato oggi altri tre miliardi di euro a favore di Ankara come previsto dall'accordo da sei miliardi di euro raggiunto con la Turchia nel 2016 per l'accoglienza dei profughi siriani.

In linea con l'intesa siglata nel 2016, l'aiuto prevede lo stanziamento di altri tre miliardi di euro, uno dei quali garantito dal bilancio comunitario, due dai contributi degli Stati membri. Nella nota si sostiene che le risorse già erogate nel quadro della "Facility for Refugees" hanno permesso finora a circa mezzo milione di bambini di accedere alle scuole e consentito di aiutare con sussidi mensili circa un milione e 200mila rifugiati.

L'intesa con la Turchia siglata nel 2016 è stata criticata da più parti con la tesi che favorirebbe violazioni dei diritti umani anche a danno dei migranti. Il comunicato dell'Ue è stato diffuso poco dopo un annuncio del presidente Recep Tayyip Erdogan sull'offensiva dell'esercito turco contro l'enclave curda di Afrin, nel nord della Siria.

"Che tempismo - ironizza l'europarlamentare del Movimento 5 Stelle Fabio Massimo Castaldo - Mentre Erdogan bombarda e accerchia Afrin nel nord della Siria, violando il diritto internazionale, la Commissione europea sblocca la seconda tranche da 3 miliardi di aiuti alla Turchia".

"L'Italia contribuisce con 225 milioni prelevati a debito dal bilancio dello Stato. I risultati raggiunti sono risibili e controversi, così come testimonia la Corte dei Conti europea che conferma tutte le preoccupazioni che avevamo espresso in passato: i fondi europei concessi alla Turchia sono stati utilizzati con ritardi, assenza di controlli e di volontà politica. La svolta autoritaria impressa da Erdogan allontana la Turchia dall'Europa".

Fondi in uscita, 50 milioni ai comuni libici

Nell'ambito del Fondo fiduciario d'emergenza dell'Unione europea per l'Africa è stato adottato un nuovo programma, con una dotazione di 50 milioni di euro, volto a migliorare le condizioni di vita e la resilienza delle persone vulnerabili dei principali comuni libici.

I beneficiari delle nuove azioni previste saranno i migranti, i rifugiati, gli sfollati interni, i rimpatriati nonché le comunità ospitanti. Elaborato congiuntamente dalla Commissione europea e dall'Italia, il nuovo programma migliorerà l'accesso delle persone vulnerabili ai servizi di base e ai servizi sociali e sosterrà la governance locale, in particolare nei comuni libici maggiormente interessati dai flussi migratori.

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