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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Migranti, arrivano le "macchine della verità"

Il sistema digitale aiuterà le guardie di frontiera analizzando le micro espressioni facciali degli intervistati, per verificare la veridicità delle risposte riguardanti origini, motivi dell'ingresso, intenzioni riguardo alla permanenza nel territorio Ue

Sta per partire la sperimentazione delle macchine della verità ai confini dell'Unione Europea. Il sistema, che punta ad identificare i migranti che forniscono false informazioni, verrà inizialmente utilizzato in Ungheria, Grecia e Lettonia.

I viaggiatori che secondo la prima valutazione del sistema saranno considerati a basso rischio, verranno sottoposti ad una breve rivalutazione delle informazioni fornite. Quelli ritenuti invece ad alto rischio dal sistema, saranno sottoposti a controlli più accurati. Una volta che il sistema avrà incrociato tutte le informazioni sulla persona che chiede di entrare in territorio Ue - comprese immagini facciali, impronte digitali e scansioni del palmo della mano - e il rischio sarà calcolato, subentrerà l'agente di frontiera.

Come funziona la macchina della verità

Il lie detector prevede l'uso di un'animazione grafica che riproduce una guardia di frontiera. L'avatar sarà personalizzato secondo il genere, l'appartenenza etnica e la lingua del migrante, che interrogherà il migrante attraverso una webcam.

Il sistema analizzerà le micro espressioni facciali degli intervistati, per verificare la veridicità delle risposte riguardanti origini, motivi dell'ingresso, intenzioni riguardo alla permanenza nel territorio Ue. Alle persone che saranno sottoposte alla procedura verrà inoltre chiesto di inserire nel sistema le immagini dei loro passaporti, dei visti e dei mezzi di sostentamento dichiarati.

Secondo un articolo pubblicato dalla Commissione europea, del quale dà conto il Guardian, si tratterà di un "approccio unico" per "scoprire se l'intervistato sta mentendo". Per il coordinatore del progetto George Boultadakis, che lavora per l'azienda tecnologica con sede in Lussemburgo European Dynamics, il sistema "consisterà agli agenti di frontiera di aumentare l'accuratezza e l'efficacia dei controlli".

Un progetto da 4 milioni di euro

Il progetto, finanziato con 4,5 milioni di euro, sta ricevendo forti critiche da alcuni esperti. Per Bruno Verchuere, docente di psicologia forense all'Università di Amsterdam, il sistema rischia di fornire indicazioni sbagliate. "I segnali non verbali, come le micro espressioni, non dicono veramente nulla riguardo al fatto che qualcuno stia mentendo oppure no", ha detto al quotidiano olandese De Volskrant. Per Bennett Kleinberg, dell'University College di Londra, il sistema "potrebbe portare all'implementazione di controlli pseudoscientifici alle frontiere".

I responsabili del progetto, riporta il Guardian, difendono la validità del sistema. La decisione se accordare o meno l'ingresso in territorio Ue "non si basa su un singolo strumento" e si avvale delle "stime di rischio" stabilite da "varie analisi". Per questo, nel suo insieme "la procedura è sicura". La tecnologia impiegata ai confini Ue è stata progettata da un consorzio del quale fanno parte la polizia ungherese, quella lettone e le università di Manchester e Lipsia.

Tecnologie simili sono state sviluppate anche negli Usa, dove le 'macchine della verità' sono regolarmente usate dalla polizia.

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