rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Yara, parla la moglie di Bossetti: "Ricerche sessuali sul web, ma non sulle 13enni"

Le dichiarazioni di Marita Comi davanti alla Corte d'assise di Bergamo. Reazione stizzita di Bossetti, presente come sempre alle udienze: "E' intollerabile, basta!"

Marita Comi, moglie di Massimo Bossetti, imputato dell'omicidio di Yara Gambirasio, ha ammesso davanti alla Corte d'assise di Bergamo di aver effettuato ricerche a sfondo sessuale su internet sia da sola che insieme al marito. La donna ha negato di aver mai fatto una ricerca su "ragazze tredicenni", come risulta dalla perizia effettuata dai consulenti della Procura sul computer in uso in casa Bossetti. Le ricerche venivano effettuate "alcune volte la mattina, altre il pomeriggio o la sera. Alcune volte da sola, altre con lui".

BOSSETTI SBOTTA IN AULA - "E' intollerabile, basta!". Massimo Bossetti è sbottato così durante il controesame della moglie Marita Comi da parte dell'avvocato Enrico Pelillo, che ha incalzato la donna su chi fosse l'autore delle ricerche con le parole chiave "ragazza rossa con pochi peli sulla vagina", "sesso sadomaso", "ragazza nuda imbragata", "come rimorchiare una ragazza in palestra" oppure "ragazze tredicenni per sesso". Marita Comi ha replicato a tutte le domande con un "può darsi, non posso escluderlo". E di fronte alle ripetute richieste del legale la moglie di Bossetti ha risposto: "Ma è lecito o no?". L'avvocato Pelillo a quel punto ha risposto polemico: "Se vuole una consulenza legale passi dal mio studio, qui risponda alle domande". Da qui la reazione stizzita di Bossetti, presente come sempre alle udienze: "E' intollerabile, basta!".

Omicidio e misteri: il giallo di Yara Gambirasio

"L'OSSESSIONE DI BOSSETTI" - La notizia della perizia informatica sul computer dell'uomo è stata resa nota nei giorni scorsi. I tecnici della procura di Bergamo hanno messo ai raggi x il suo computer e hanno trovato, non senza fatica visto che Bossetti cercava di non lasciare tracce, le ricerche web fatte dall'indagato. La relazione tecnico informatica depositata in procura potrebbe essere la nuova prova chiave contro Massimo Bossetti, quel movente che forse è alla base dell'omicidio della ragazzina di Brembate. Secondo quanto scritto da Repubblica, Massimo Bossetti aveva un'ossessione per il sesso delle ragazzine: "Cercava 13enni vergini". Sarebbe questo, secondo il pm Letizia Ruggeri, il movente dell'omicidio. I tecnici sono risaliti alle parole chiave usate da Bossetti: "13enni", "vergini", "rosse", anche "sesso con animali". Nessuna foto o video sono state rinvenute, ma l'identikit delle sue ricerche "compromettenti" - scrive La Repubblica - porta a ragazzine del tutto simili alla piccola Yara.

IL COMPAGNO DI CELLA - Oggi in aula ha parlato anche Rodolfo Locatelli, collaboratore di giustizia e compagno di cella di Massimo Bossetti. L'uomo ha raccontato che un altro detenuto gli chiese, durante la detenzione, di "avvalorare la sua tesi" per ottenere benefici giudiziari e cioè di affermare che il muratore di Mapello gli aveva confessato di "essere il vero colpevole". Richiesta che Locatelli respinse. Locatelli ha parlato in aula, protetto da un paravento per circa mezz'ora, in una fase dell'udienza in cui la Corte ha fatto uscire il pubblico, tranne i giornalisti. Ha spiegato di non aver mai parlato con Bossetti di Yara "in modo specifico", ma che si sono scambiati "più che altro impressioni". 
 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Yara, parla la moglie di Bossetti: "Ricerche sessuali sul web, ma non sulle 13enni"

Today è in caricamento