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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Il caso

"Il carabiniere che ha ucciso mio figlio è libero: ingiustizia è fatta"

Il dolore dei genitori di Mario Delle Cave, il 18enne investito e ucciso due anni fa da un furgone dei carabinieri impazzito. Il maresciallo che guidava il mezzo ha patteggiato due anni con pena sospesa

ROMA - Era in sella al suo scooter con dietro un compagno di squadra. Erano fermi al semaforo poco dopo il poligono di tiro al volo, in direzione ponte Milvio, quando un furgone impazzito dei carabinieri li travolse. La vita di Mario Delle Cave, giovane promessa del basket italiano, si fermò alle tredici di quel sette settembre 2011, a soli diciotto anni. La vita dei suoi genitori si è rifermata oggi, sette novembre 2013. 

All'arrivo delle ambulanze e degli agenti della polizia municipale, il maresciallo che era alla guida del Ducato "assassino" testimoniò: " Provenivo a velocità moderata da via del Foro Italico e percorrendo la rampa discendente su viale Tor di Quinto iniziavo a frenare, ma il veicolo non ha frenato. Ho quindi provato a sterzare, ma il veicolo non rispondeva e finiva per invadere la carreggiata di viale Tor di Quinto". La stessa carreggiata dove Mario aspettava che il semaforo diventasse verde. 

Circolò così, in un primo momento, l'ipotesi di un guasto ai freni o allo sterzo. Teoria smentita, poche settimane più tardi, nella ricostruzione della dinamica redatta da Ernesto De Angelis, consulente tecnico del pm Delia Cardia. "Gli impianti frenante e sterzante del Ducato funzionavano regolarmente" chiarì nella perizia il consulente. 

"L'incidente - si leggeva nella perizia - avvenne poiché nell'affrontare la curva che immette su viale Tor di Quinto il maresciallo dei carabinieri si strinse troppo verso destra e toccò con entrambe le ruote di destra contro il ciglio del marciapiede", perdendo così il controllo del mezzo che andò a invadere le altre corsie. Il tutto "a una velocità di circa settanta chilometri orari" su un tratto dove il limite è fissato invece a cinquanta.

Divennero, quindi, chiare le responsabilità del maresciallo: indagato per omicidio colposo. Oggi, a più di due anni dalla scomparsa di Mario, il maresciallo ha patteggiato due anni di reclusione, con pena sospesa

Fra le lacrime dei genitori di Mario. "Giustizia oggi non è stata fatta - il loro sfogo - La giovane e preziosa vita di nostro figlio è stata ingiustamente portata via e nessuno di certo mai ce la ridarà. Essere costretti però, a distanza di anni, a vedere il responsabile della sua morte cavarsela con così poco è l’ennesima, orribile, beffa che infanga la memoria di Mario e con la quale saremo costretti a convivere per il resto dei nostri giorni".

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