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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Pakistan

Nanga Parbat, sull'Himalaya la missione di soccorso più eroica della storia

L'alpinista francese Elisabeth Revol bloccata da 12 giorni sulla montagna "maledetta" è stata salvata da un team di soccorritori dopo un'impera al limite delle capacità umane. Disperso lo scalatore Tomek Mackiewicz rimasto bloccato a 7mila metri di quota

Sul Nanga Parbat, cima maledetta che svetta sull'Himalaya con i suoi 8.125 metri, è stata portata a termine una delle più incredibili operazioni di soccorso della storia dell'alpinismo. 

Elisabeth Revol è salva: l'alpinista francese bloccata da giorni su una parete di neve e ghiaccio è stata elitrasportata in ospedale ad Islamabad, da dove nel più breve tempo possibile partirà per la Francia.

Resta lo strazio per il compagno di scalata, Tomek Mackiewicz: per lui non c’è niente da fare. Il team di soccorso ha cercato sino alla fine di fare qualcosa ma l'apinista polacco è bloccato in quota e oltre i 6.000 metri gli elicotteri dei soccorsi non riescono a salire. 

Le 30 ore che hanno cambiato l'alpinismo

Il Nanga Parbat è parete verticale di roccia e ghiaccio e in questi giorni è sferzata da venti fortissimi con temperature comprese tra i -30 e i -40°C. In questo inferno gelido quattro alpinisti - tre polacchi e un russo - che si trovavano in Pakistan per tentare la scalata alla vetta del K2, si sono precipitati nella più eroica operazione di soccorso mai tentata.

Elisabeth Revol, alpinista francese di 37 anni, da 12 giorni si trovava sulla più temibili degli "8mila" con il compagno di scalata il polacco Tomek Mackiewicz. Erano quasi riusciti ad arrivare vicini alla cima quando le cose sono andate per il peggio: Tomek aveva iniziato ad accusare malore e soprattutto problemi alla vista. Insieme erano riusciti a tornare all’ultimo campo, che si trovava oltre i settemila metri, quota limite di volo per gli elicotteri. 

Elisabeth stessa aveva iniziato ad avere problemi di congelamenti: non beveva e mangiava da giorni, ma aveva deciso di proseguire verso i campi più bassi. Poi le batterie del suo telefono satellitare si erano scaricate

Danis Urubko, Adam Bielecki, Piotr Tomala e Jrosalw Botor si sono messi a disposizione per una operazione di soccorso mai tentata prima e, prelevati con due elicotteri e portati ai piedi del Nanga Parbat, e in meno di dieci ore hanno scalato i 1.300 metri che li separavano da Elisabeth.

Poi da 6100 metri la comunicazione più attesa: "L’abbiamo trovata". Urubko e Bielecki hanno aiutato Elisabeth a scendere faticosamente fino a campo 1, cinquemila metri, e un elicottero lì è riuscito a prelevarla.

Non ci sarà alcun tentativo di soccorso per Tomek Mackiewicz, rimasto a quota 7200, dove era riuscito a portarlo Elisabeth Revol nella notte fra il 25 e il 26: impensabile che, nel caso sia ancora vivo, il 42enne polacco, padre di tre figli, possa trarsi in salvo da solo.

L'arrivo di Elisabeth all'aeroporto di Islamabad

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