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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Napoli

(Quasi) tutti vogliono salvare il teatro San Carlo

Il sindaco De Magistris va a Roma per ribadire il no al commissariamento del più antico teatro dell'Opera d'Europa. La sera anche i lavoratori si oppongono con una protesta alla prima del 'Barbiere di Siviglia'

“Non accettiamo che il teatro e Napoli subiscano nuovamente, a distanza di soli due anni, la mortificazione di un commissariamento, noi non ci dimettiamo" con queste parole sono stati lavoratori del teatro San Carlo di Napoli ad 'aprire' la prima del 'Barbiere di Siviglia'.

Il più antico teatro dell'Opera in Europa ancora attivo ha avuto negli ultimi anni una lunga e controversa storia: dal 2007 al 2011 la fondazione che lo gestisce è stata sotto regime di amministrazione straordinaria e adesso rischia di tornare a essere commissariata a causa delle dimissioni di sei componenti del consiglio d'amministrazione.

"Se qualcuno pensa di commissariare il San Carlo, se la vedrà davvero brutta. La reazione sarà durissima" aveva detto il sindaco di Napoli Luigi De Magistris subito dopo le dimissioni del cda in conferenza stampa e qualche giorno più tardi è corso a Roma presso il Mibact, dopo l'arrivo della missiva del ministro ai Beni culturali Massimo Bray. La lettera arriva il 13 gennaio e il ministero avverte che ci sono a disposizione sette giorni per evitare l'effettivo commissariamento.

Arriva anche la protesta dei lavoratori: alla prima del 'Barbiere di Siviglia' prima dell'inizio dell'opera salgono sul palco lanciando un appello alle istituzioni per la difesa del San Carlo. "Non pagheremo il prezzo dei fallimenti altrui. La solidarietà più concreta finora è arrivata dal presidente della Fondazione, Luigi de Magistris, che ha destinato al teatro 40 milioni. Ci aspettiamo segnali reali anche dalle altre istituzioni, chiediamo con decisione che il Cda si ricomponga costruendo quel 'patto di sindacato delle istituzioni' necessario alla difesa delle eccellenze del nostro territorio".

GUARDA IL VIDEO DELLA PROTESTA DEI LAVORATORI

In effetti chi lavora ed è assunto dal teatro ha paura delle esternalizzazioni di servizio e dei tagli dei salari per tutti, dai macchinisti, ai coristi agli orchestrali. Uno spettro sempre più incombente vista la riduzione delle spese prevista dal decreto Valore e Cultura del ministro Massimo Bray, a cui i lavoratori non hanno aderito: "Il nostro Sovrintendente dichiara con lettera inviata al Ministero che 'la Fondazione non si trova nella condizione di non poter far fronte ai debiti e dall'anno 2008 al 2012 ha chiuso i bilanci in pareggio". Di conseguenza il commissariamento, in presenza di un nuovo cda, non sarebbe necessario.

Neppure il Cda ha aderito al decreto di Bray, motivo per cui sono state date le dimissioni da sei suoi componenti: “Inviterò – ha detto De Magistris – a nominare i sostituti perché Regione e Governo non si possono sfilare dal Cda del San Carlo e se lo fanno evidentemente, vogliono che si vada verso il commissariamento". Tra i dimissionari ci sono il presidente della regione Campania Stefano Caldoro e l'ex presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro e Riccardo Villari, già sottosegretario del Ministero per i Beni e le Attività Culturali.

Protesta dei lavoratori San Carlo - Foto di Nicola Clemente

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