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Martedì, 19 Marzo 2024
CAMORRA / Napoli

Il dramma di Napoli, dove si muore uccisi per sbaglio

Pasquale Romano è morto lo scorso 15 ottobre, freddato da 14 colpi di pistola. Ma è stato uno scambio di persona. La famiglia chiede giustizia. E i parenti delle altre vittime 'per errore' sono pronte a mobilitarsi. Il fratello di Dario Scherillo: "Qui si muore spesso così. Per uno sbaglio"

Due giorni fa l'omicidio. L'ennesimo nella città di Napoli. A morire, freddato da quattordici colpi di arma da fuoco, è un 30enne incensurato, Pasquale Romano, originario di Cardito.

L'agguato in piazza Marianella, nell'omonimo quartiere, tra Chiaiano e Scampia. Romano stava andando a prendere la sua auto quando è stato avvicinato dai killer in quella terra 'di nessuno' in dove è riesplosa la faida di camorra e poco distante da dove solo poche sere fa, nella notte tra l'8 e il 9 ottobre, è stato ucciso con le stesse modalità il 27 enne Mario Perrotta che aveva parcheggiato la sua auto in un garage della piazza.

Dalle indagini non si riesce a capire il perché di questo omicidio. Pasquale Romano, lavoratore precario, non aveva precedenti. Il classico bravo ragazzo. Poche ore, e si capisce che Romano è morto per sbaglio. Uno scambio di persona. Drammatico.

Oggi sul Mattino c'è il racconto di Carmela Ferrigno, la mamma di Rossana, la fidanzata di Pasquale Romano. Carmela spiega la dinamica dell'omicidio: "Lino era appena sceso quando abbiamo sentito gli spari. Tre, quattro rimbombi. Rosanna immediatamente ha provato a chiamarlo sul cellulare, ma lui non rispondeva. Mi sono precipitata per le scale. E ho sentito gli altri botti, quanti non lo so. Rosanna era alle mie spalle, ho aperto il portone e visto il ragazzo riverso tra l’auto e il selciato. Mi sono girata, ho cercato di bloccare mia figlia per non farle vedere il corpo del fidanzato crivellato di colpi. Ma lei era già fuori: ha guardato e ha cominciato a urlare".

Rossanna e Lino volevano sposarsi. Mettere su famiglia. Lino aspettava solo il contratto a tempo indeterminato. Era solo questione di tempo.

GUARDA IL VIDEO: LA RABBIA DI ROSSANA, FIDANZATA DI LINO

Nel dramma, però, la storia di Lino sta avendo la sua importanza. L'ennesimo morto 'per sbaglio', per un drammatico scambio di persona, sta rompendo il silenzio che spesso governa le strade di Napoli.

Gli amici di Lino stanno pensando di indire una grande manifestazione. I familiari di altre vittime innocenti stanno rispondendo "presente" alla chiamata. Alla redazione di Napoli Today, stamattina, è arrivata una mail. A scriverla, Pasquale Scherillo, fratello di Dario, ucciso il 6 dicembre 2004. Anche lui per errore.

"Leggo che le indagini dei carabinieri sull'omicidio di Pasquale Romano, ucciso lunedì sera a Marianella, si indirizzano sempre più decisamente verso l'errore di persona. Commesso da sicari sotto l'effetto della cocaina. Continuo a leggere che l''intera cittadina di Cardito è sconvolta. La sua famiglia è distrutta. E' gente perbene, tranquilla. Giuseppe Cirillo, sindaco di Cardito, parlando con l'agenzia Ansa, non riesce a farsi una ragione, conosceva personalmente Pasquale ed era un ragazzo senza grilli per la testa.

Tutto questo mi porta a rivivere le stesse sensazioni del 6 dicembre del 2004 quando fu ucciso mio fratello Dario Scherillo. Anche lui fu scambiato per un'altra persona, un pusher. Aveva lo stesso scooter, stesso colore. La famiglia di Pasqaule Romano adesso chiedono, urlano che vogliono che sia fatta chiarezza al più presto e che sia fatta giustizia. Urlano che non è possibile morire in questo modo, invece si sbagliano, si muore spesso in questo modo.

La città intera deve capire che questa di Scampia non è una guerra solo tra due o tre clan rivali, ma è una guerra dove entriamo a farne parte anche noi , improvvisamente , nel 2004 morirono innocentemente Antonio Landieri, Gelsomina Verde, poi mio fratello Dario, nel 2005 Attilio Romano. Ora è toccato a Pasquale. Bisogna una volta per tutte reagire, combattere, lottare, non dobbiamo aver paura.

Questo non è un film ma è la verità. Si scriveranno articoli e libri sulla storia di un ragazzo che aveva dei sogni. Era particolarmente felice perché tra qualche mese avrebbe avuto un contratto a tempo indeterminato e, quindi, avrebbe potuto fissare la data del matrimonio con la sua fidanzata residente nel quartiere dove è stato ucciso. Tutto svanito in un attimo, per mano della camorra, per colpa di una guerra che nonostante siamo in un paese in tempo di pace, ci fa vivere la vita come in trincea.

Sto male, mi sta tornando l'ansia, sono vicino alla famiglia Romano sia come cittadino che nonostante tutto ama questa città, sia come membro del coordinamento dei familiari delle vittime innocenti della criminalità".

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