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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Rimini, in barca a vela contro il mare in tempesta: la ricostruzione del naufragio

L'imbarcazione salpata da Marina di Ravenna nonostante un bollettino di condizioni meteo avverse. All'imbocco del porto canale di Rimini, anche a causa di un black out al motore, è stata scaraventata più volte contro gli scogli. Il bilancio è di quattro morti

Sarà l'inchiesta, aperta dalla Procura della Repubblica di Rimini, a dover chiarire le cause che hanno portato al naufragio del "Di Più", il Bavaria a vela da 15 metri che è andato a schiantarsi contro gli scogli del porto nel pomeriggio di martedì.

Al momento, il pubblico ministero che indaga su quanto accaduto ha aperto un fascicolo, a carico di ignoti, dove si ipotizza il reato di naufragio colposo e si sta valutando se sottoporre i cadaveri all'esame autoptico. Nella tragedia hanno perso la vita quattro persone, sui 6 che formavano l'equipaggio, con gli unici due superstiti salvati in extremis da Capitaneria e vigili del Fuoco.

Secondo i primi accertamenti l'imbarcazione, verso le 12.30 di martedì, era salpata da Marina di Ravenna con a bordo il proprietario e alcuni amici per un trasferimento alla volta di Trapani. A quell'ora, tuttavia, era già stato emesso un bollettino di avverse condizioni meteo ma, questo, non avrebbe fermato l'equipaggio composto da persone esperte nella navigazione. Procedendo in direzione sud, le condizioni del mare si sono fatte sempre più pericolose con il moto ondoso che è arrivato a "forza 7" ed è a questo punto che, a bordo del "Di Più", si è deciso di interrompere la navigazione.

LE IMMAGINI GIRATE POCO DOPO LA TRAGEDIA: VIDEO

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Arrivati all'altezza di Rimini è stata contattata via radio la darsena, per chiedere riparo dalla tempesta, e ottenuto il via libera il Bavaria, che aveva ammainato le vele e che procedeva a motore, ha puntato verso l'imboccatura del canale. Secondo le prime ipotesi, arrivato all'altezza della diga foranea il motore ha avuto un black out e la barca, oramai ingovernabile, ha puntato di prua contro gli scogli venendo scaraventata più volte contro i massi che proteggono l'ingresso del porto.

IL SALVATAGGIO DEI SUPERSTITI

Uno degli occupanti, sopravvissuto alla tragedia, è stato scaraventato contro la scogliera ed è stato il primo ad essere portato in salvo dagli uomini della Capitaneria aiutati da alcune persone presenti sulla palata. Nel frattempo è scattato l'allarme che ha messo in moto la macchina dei soccorsi con la motovedetta della Capitaneria, i mezzi dei vigili del fuoco e l'elicottero del 115 e le ambulanze del 118 che sono accorsi sul porto.

Naufragio di Rimini, 4 morti

Le operazioni di ricerca e soccorso, rese estremamente ardue dal mare in burrasca, hanno permesso di individuare il secondo naufrago che era rimasto incastrato tra la sogliera e il relitto del Bavaria. Non senza difficoltà, i soccorritori sono riusciti ad estrarlo e a portarlo a terra dove è stato stabilizzato dai sanitari di Romagna Soccorso e portato d'urgenza all'Infermi di Rimini per le lesioni riportate e l'ipotermia.

LE VITTIME DEL NAUFRAGIO

Poco dopo, tuttavia, è stato individuato il primo corpo senza vita che, il mare, aveva trasportato al di fuori dell'imboccatura del porto facendolo arenare tra gli scogli della spiaggia libera. Portato a riva dai sommozzatori dei vigili del fuoco è emerso che si trattava dei poveri resti di Enrico Martinelli, 69 anni.

Le ricerche degli altri tre dispersi sono andate avanti per tutta la notte e, oltre al personale della Capitaneria di Porto e dei vigili del fuoco, è stato richiesto l'intervento dell'elicottero dell'Aeronautica Militare che ha provveduto a setacciare lo specchio di mare in cerca degli altri naufraghi.

Verso le 8.30 di mercoledì mattina, però, il corpo di uno dei dispersi è affiorato sulla battigia del Bagno 44, all'altezza di piazzale Marvelli, e, poco dopo, è arrivata la notizia che le altre due salme erano state individuate incastrate tra gli scogli della diga foranea contro la quale si era scontrata l'imbarcazione. Solo nella tarda mattinata di mercoledì è stato possibile recuperare gli altri due cadaveri.

Oltre a Martinelli, hanno perso la vita nel naufragio Ernesto Salin, 44 anni, Alessia Fabbri, 38 anni, e il padre di lei, Alessandro Fabbri di 69 anni.

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