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Giovedì, 25 Aprile 2024
'Ndrangheta

'Ndrangheta, mariti in carcere: le mogli diventano 'boss'

I particolari dell'operazione 'All inside 3': "Le donne inserite a pieno titolo nell'organizzazione, custodi delle regole e reggenti quando serviva"

Dall'operazione 'All Inside 3' portata a termine giovedì mattina nella provincia di Reggio Calabria emergono diversi particolari che confermano: il ruolo delle donne nelle organizzazioni crimininali è sempre più importante.

Tra le 23 persone arrestate, infatti, sono finite in manette le mogli di due boss della famiglia Ascone: Carmela Fiumara e Francesco Marfea.

"Oltre a essere custodi delle regole di 'ndrangheta - ha spiegato il comandante del nucleo investigativo del comando provinciale di Reggio Calabria, Michele Miulli - le due donne si sono rese partecipi di condotte che integrano il reato di associazione mafiosa e sono sostitute a pieno titolo dei mariti durante il loro periodo di detenzione".

L'ufficiale dell'Arma ha raccontato delle lamentele di Carmela Fiumara quando hanno portato in ospedale il figlio Vincenzo Ascone, all'epoca latitante, dopo il suo ferimento a Nicotera (Vibo Valentia) perché le forze dell'ordine lo hanno rintracciato proprio a seguito di quell'episodio.

Invece Francesca Marfea "invocava vendetta per la morte del figlio Domenico Ascone, ucciso in un agguato, e minacciava che se non avesse ricevuto quanto richiesto sarebbe diventata la prima pentita di Rosarno".

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