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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Palermo

Azoto per errore nel tubo dell'ossigeno, bimbo ora non può parlare né camminare

Emesse tre condanne al termine del processo in primo grado per la vicenda del piccolo Andrea, vittima di un'encefalopatia acuta e compromissione neuromotoria. Nel tubo dell'ossigeno scorreva per errore un gas anestetizzante

Andrea ha 7 anni e non può né camminare né parlare. Appena venuto alla luce, il 29 novembre 2010 al Policlinico di Palermo, i medici, per presunti problemi cardiaci, gli somministrarono dell'azoto al posto dell'ossigeno per ben 68 minuti. Colpa di un errore nella realizzazione dell'impianto per i gas medicali.
Ora il primo grado del processo per quanto gli è successo si è chiuso con tre condanne e una provvisionale di un milione e 400mila euro, immediatamente esecutiva. 

Il processo 

Il giudice monocratico Marcella Ferrara ha inflitto una condanna a tre anni al proprietario della ditta (la “Sicilcryo srl”) Francesco Inguì e al direttore dei lavori Aldo La Rosa che installarono in modo errato l'impianto dell'ossigeno al reparto di maternità. Un anno e sei mesi, pena sospesa, al direttore del dipartimento materno infantile del Policlinico, Enrico De Grazia, oggi in pensione. Una provvisionale di un milione e 400 mila euro immediatamente esecutiva. Cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per il titolare della ditta e per il direttore dei lavori. 

Il dramma di Andrea e le lentezze della giustizia

Quando Andrea è nato con parto cesareo, i medici gli hanno somministrato l'azoto al posto dell'ossigeno. Una mossa dalle conseguenze gravissime per il piccolo, che ha riportato un'encefalopatia grave e una compromissione neuromotoria irreversibile. 

I genitori del piccolo, Giovanni e Cecilia, hanno denunciato non solo il dramma del bambino che, per quel tragico errore non potrà mai camminare o parlare ed è costretto a cure costanti, ma anche le lentezze della giustizia. Il processo infatti è iniziato nel marzo del 2013, ma, a maggio dell’anno scorso, era già passato in mano a sette giudici diversi.  Il reato contestato – quello di lesioni colpose gravissime – si prescriverà a metà dell’anno prossimo, ben prima dunque che si possa arrivare a un verdetto definitivo. Secondo il sostituto procuratore Gianluca De Leo tutto è stato causato da un errore nella realizzazione dell’impianto per i gas medicali. 

I genitori di Andrea, Giovanni Vitale e Cecilia Fecarotta, avevano denunciato in passato non solo il dramma del bambino che, per quel tragico errore non potrà mai camminare o parlare ed è costretto a cure costanti, ma anche le lentezze della giustizia. Il processo infatti è iniziato nel marzo del 2013, ma, a maggio dell’anno scorso, era già passato in mano a sette giudici diversi. E, visto che il reato contestato si prescrive piuttosto rapidamente, è stato dunque perso del tempo prezioso per fare giustizia.

Giovanni e Cecilia, come avevano spiegato l’anno scorso, erano ben consapevoli che “nessuno sarebbe andato in carcere” e dell’incombenza della prescrizione. Durante il dibattimento è emerso un altro elemento: La Rosa, il tecnico che all’epoca era responsabile dei lavori per la realizzazione di quell’impianto, dopo aver fatto dei corsi di formazione, adesso è diventato responsabile proprio del servizio gas medicali del Policlinico.

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