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Giovedì, 28 Marzo 2024
diritti donne

Basta obiettori nei consultori: la rivoluzione della regione Lazio

Zingaretti decide di applicare completamente la 194, legge sull'aborto. Chi è contrario dovrà comunque rilasciare la certificazione. La rivoluzione nella regione con il record di medici obiettori

ROMA - Nessun medico che opera nel Lazio potrà d'ora in poi rifiutarsi di prescrivere contraccettivi, pillola del giorno dopo e spirali. Perché come spiega il governatore regionale Nicola Zingaretti "l'obiezione di coscienza riguarda soltanto l'atto tecnico dell'interruzione volontaria di gravidanza, ma non il prima o il dopo l'intervento". Una presa di posizione forte che in realtà applica alla lettera il testo della legge 194 del 1978 nel suo quinto articolo dove si recita:

Quando la donna si rivolge al medico di sua fiducia questi compie gli accertamenti sanitari necessari, nel rispetto della dignità e della libertà della donna

In effetti il Lazio ha il record di obiezioni di coscienza da parte del personale sanitario (ginecologi, anestesisti e infermieri) e queste nuove linee guida dettate dal consiglio regionale potrebbero scatenare diverse polemiche.

COSA STABILISCE IL DECRETO -  Il decreto che le stabilisce chi lavora nei servizi territoriali deve prescrivere tutte le forme di contraccezione, e senza potersi appellare ad alcuno scudo "morale" nemmeno per la pillola del giorno dopo. il tutto ricordando i doveri sanitari nei confronti della legge 194.
In merito all'esercizio dell'obiezione di coscienza, si ribadisce come questa riguardi l'attività degli operatori impegnati esclusivamente nel trattamento dell'interruzione volontaria di gravidanza. Il personale del consultorio familiare, non essendone coinvolto direttamente, bensì solo nell'attività di certificazione non potrà obiettare. In particolare i medici non potranno applicare l'obiezione di coscienza nella fase preliminare all'intervento, ovvero nel certificare lo stato di gravidanza e la richiesta della donna di poter abortire. Ma potranno continuare a farlo nel momento in cui venisse chiesto loro di eseguire materialmente l'intervento.

UN TEMA DELICATO - In effetti nell'articolo 9 della 194 si fa riferimento specifico al diritto all'obiezione anche nella fase della certificazione, eppure la stessa 194 ribadisce poi che i medici non possono astenersi dall'assistere la donna prima e dopo l'intervento. In ogni caso una rivoluzione che vuole scongiurare alcuni fatti di cronaca avvenuti negli ospedali romani negli ultimi mesi. Nel Lazio l'obiezione dei ginecologi è ormai quasi del 90%. Questo vuol dire per le donne doversi spostare da un ospedale all'altro alla ricerca di un reparto che garantisca il servizio.

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