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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

"Non siamo pesci": manifesto-appello contro le stragi di migranti nel Mediterraneo

L'iniziativa "Non siamo pesci" che mobilita scrittori e intellettuali ha raccolto migliaia di firme: si chiede una commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi nel Mediterraneo e di consentire alle navi militari e alle Ong che salvano le vite in mare di poter intervenire

L'adesione è stata massiccia. Sono oltre 7000 le firme ricevute nel fine settimana per "Non siamo pesci", l'appello promosso da Luigi Manconi e Sandro Veronesi con il collettivo #corpi. Lo rendono noto i promotori, sottolineando che tra gli altri sottoscrivono l'appello anche Elena Ferrante, Christian De Sica, Lawrence Ferlinghetti, Ficarra e Picone, Corrado Formigli, Luciana Littizzetto, Michele Serra, Dario Marianelli. Nel manifesto si denunciano tutte le politiche migratorie dell’esecutivo italiano, pur senza dimenticare le responsabilità dell’Ue nel suo complesso, e si invoca un’immediata inversione di tendenza.

"Non siamo pesci", che cosa si legge nell'appello

Nell'appello si chiede di istituire subito una commissione parlamentare di inchiesta sulle stragi nel Mediterraneo e di realizzare una missione in Libia. Si chiede inoltre al Governo di offrire un porto sicuro in Italia alla Sea Watch, che sabato scorso ha salvato 47 persone ripristinando il rispetto delle leggi e delle convenzioni internazionali, e soprattutto del senso della giustizia. A cominciare con il consentire alle navi militari e alle Ong che salvano le vite in mare di poter intervenire. Si vuole ricordare a tutti gli Stati europei che la redistribuzione dei migranti si fa a terra e non in mare, e si chiede conto delle scelte compiute dal nostro governo. 

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L'appuntamento è per lunedi pomeriggio alle ore 17.00 a Piazza Montecitorio, "per chi non può e non vuole essere complice delle stragi nel Mediterraneo". "Il manifesto "Non siamo pesci" è perfettamente condivisibile. Sono convinto che il Partito Democratico non possa che recepirlo, portando quelle richieste in Parlamento". Così su Twitter Matteo Orfini, presidente del Pd, in merito all'appello rivolto al parlamento.

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"Perché va fermata la campagna anti ong"

"Non siamo pesci": sono le parole pronunciate da Fanny, una giovane fuggita da un conflitto armato in Congo e per settimane a bordo della nave Sea Watch. L'appello è "contro la politica cinica ma soprattutto inefficace, che ha preso a ostacolare in tutti modi le Ong che fanno salvataggio in mare. Provando ad accusarle di ogni nefandezza, a partire dalla più spaventosa: di essere causa di ciò che combattono" scriveva ieri su Repubblica Elena Stancanelli, una delle firmatarie dell’appello.

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“Fattore di attrazione”, “taxi del mare”, e altre amenità simili vanno e vengono su bocche deformate da un livore che non si spiega se non con ragioni di consenso spicciolo, di elettorale miopia. Io sto affogando, qualcuno tende la mano e tu provi a tagliargliela: e se quello in mare fosse tuo fratello? Rimaniamo senza fiato per giorni, pensando a un bambino caduto in un pozzo profondo, ma dove va a finire la nostra empatia quando si parla di naufragi, centinaia, migliaia di persone che muoiono coperte di benzina, strette l’una all’altra nelle stive orrorose delle navi, a poche miglia dalla terra?

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