Processo omicidio Carmela Petrucci: possibile infermità mentale per l'assassino
Parte il processo per l'omicidio della giovane 17enne accoltellata, da Samuele Caruso, nell'estremo tentativo di difendere la sorella. Se venisse riconosciuta l'infermità, l'imputato avrebbe uno sconto di pena
PALERMO - Aveva provato a difendere la sorella Lucia dalla furia omicida del suo ex fidanzato Samuele Caruso. Il 23enne aveva atteso in via Uditore che le due ragazzine tornassero da scuola per regolare una volta per tutte i conti. Carmela non aveva avuto paura, si era parata avanti alla sorella più grande di solo un anno per proteggerla. Così era stata colpita da due fendenti alla gola ed era morta subito. Uccisa a soli 17 anni, da suo "cognato", arrestato poco dopo.
Oggi, nel primo giorno del processo con rito abbreviato nei confronti di Samuele, a ricordare la piccola Carmela Petrucci ci hanno pensato i suoi compagni di classe che si sono riuniti fuori dal tribunale. All'interno, invece, i genitori di Lucia e Carmela, che si costituiranno parte civile insieme al sindaco Leoluca Orlando, presente in aula.
"E' un atto di solidarietà e vicinanza alla famiglia Petrucci - si legge in una nota del primo cittadino - ma è soprattutto un atto di civiltà, un atto formale che conferma quanto è nel dna della nostra Amministrazione col rifiuto di ogni violenza di genere, di ogni violenza".
La difesa di Samuele Caruso, intanto, dovrebbe tentare la carta dell'infermità mentale, totale o parziale. Un perito accerterà se l'assassino è capace di intendere e di volere. Così, l'imputato potrebbe evitare l'ergastolo grazie allo sconto di pena di un terzo previsto per legge. (da PalermoToday)