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Martedì, 23 Aprile 2024
Sport, il caso

"Optì Pobà" non può giocare: bloccata l'iscrizione della squadra anti razzista

Il comitato regionale Figc ha bloccato l'iscrizione al campionato di terza categoria della squadra "Optì Pobà", composta da soli rifugiati politici per l'integrazione: "Quel nome non va bene"

Questo campionato non s'ha da fare. La "Optì Pobà", squadra di calcio di Potenza composta solo da rifugiati politici - in onore dell'ormai storica gaffe del presidente della Fgic Carlo Tavecchio - non può essere iscritta al campionato di terza categoria. Lo stop è arrivato dal comitato regionale Figc proprio a causa del nome del club. 

"Crediamo non sia giusto usare quel nome", ha spiegato Piero Rinaldi, il presidente del comitato regionale Figc, alla Gazzetta dello Sport.

"Ho detto a Giuzio - il ragazzo che ha fondato la squadra - che non poteva usare quel nome in un campionato Figc. Mi dispiace moltissimo, l'iniziativa potrebbe essere un fiore all'occhiello per la federazione, ma crediamo non sia giusto usare quel nome. Così non ci interessa". 

Iniziativa bocciata, dunque. Ma il progetto dei ragazzi - il primo fine è quello di favorire l'integrazione e combattere il razzismo - va avanti ugualmente. La "Optì Pobà", infatti, prenderà parte a un campionato Opes, un ente che organizza tornei amatoriali. "Non faremo la Terza categoria, ma un torneo amatoriale - ha spiegato proprio Giuzio -. Per due motivi: uno economico, l'altro federale".

I rifugiati di Potenza, infatti, non sono disposti a cambiare il nome della loro squadra. A "Optì Pobà" ci tengono. Loro. 

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