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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Reggio Calabria

In ospedale mancano i gessi: pazienti medicati con pezzi di cartone

Accade al pronto soccorso dell'ospedale di Reggio Calabria nelle ore serali e notturne. La denuncia dei sindacati: "Nemmeno in un ospedale del terzo mondo si vedono queste cose"

Le fratture si "curano" con i pezzi di cartone, perché non sempre si trova il gesso. Succede al Gom, il Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria. Una soluzione "di fortuna" escogitata dal personale medico per immobilizzare le fratture non gravi dei pazienti che si presentano nelle ore notturne e per far fronte ad un problema che esiste già da un po' di tempo, denunciano i sindacati. A riportare la notizia è il Corriere della Calabria che spiega come questo materiale, inusuale per questo tipo di trattamento, venga utilizzato per fratture, lussazioni o distorsioni non urgenti e soprattutto di notte.

Dopo le 20, infatti, il reparto di Ortopedia del Gom (inaugurato meno di due anni fa) è chiuso e i medici del pronto soccorso devono arrangiarsi come possono.

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Perché nella struttura ci si è ridotti a utilizzare il cartone al posto del gesso? Gianluigi Scaffidi, medico in pensione da alcuni mesi che ha operato per 40 anni proprio nell'ospedale reggino e che oggi è un rappresentante dell’Anaao (l’associazione dei medici ospedalieri) della Calabria, spiega: "Gli infermieri, a cui spetta il compito di immobilizzare le parti fratturate a volte non sono in grado di svolgere quel compito, visto che nessuno ha mai pensato di far seguire loro un corso di aggiornamento. Il Pronto soccorso non procede con l'approvvigionamento del materiale perché la farmacia dell'ospedale impone precisi limiti di spesa, in ossequio alle direttive del direttore generale, Frank Benedetto, ed alla necessità di raggiungere il pareggio di bilancio". Secondo Gianluigi Scaffidi, segretario aziendale del sindacato Anaao-Assomed, "nemmeno in un ospedale del terzo mondo gestito dai medici di Emergency si vedono queste cose".

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"I medici di Ortopedia, da parte loro - scrive il Corriere della Calabria - sono al limite della sopportazione. Sono loro, alla riapertura del reparto, a dovere rimediare alle soluzioni adottate dal Pronto soccorso. Disservizi che si sommano a tutti gli altri. Quella di Ortopedia, così come molte altre unità dell'ospedale, è diventata il principale punto di riferimento della provincia, a causa dello smantellamento del reparto di Melito Porto Salvo, dell'operatività a singhiozzo di quello di Locri e dell'esiguità dei posti letto disponibili a Polistena".

"E' vero, può capitare: al pronto soccorso di Reggio fratture e distorsioni si immobilizzano con i cartoni. E questo nonostante si tratti di un Dea di II livello". Scaffidi conferma quanto denunciato dal 'Corriere della Calabria': "Di notte ortopedia è chiusa, e ai pazienti che si recano al Pronto soccorso dell'ospedale può capitare di venire immobilizzati per una frattura o una distorsione con dei cartoni". La colpa sarebbe delle scarse forniture: "Il personale è costretto ad arrangiarsi", dice Scaffidi.

Una situazione incredibile in un Dea (dipartimento d'emergenza e accettazione, ndr) di II livello, aggiunge il rappresentate dell'Anaao regionale. Quelle realizzate con cartoni e nastro adesivo o cerotti sono immobilizzazioni temporanee "per le quali esistono apposite guide pneumatiche, che evidentemente qui non sono disponibili", conclude Scaffidi. "In Calabria - dice - pensiamo all'ospedale del futuro, ma non vediamo quello che accade oggi".

"Il paziente è arrivato in pronto soccorso già con la stabilizzazione di cartone e noi non l'abbiamo tolta solo per evitare di perdere tempo e per fare subito una radiografia allo scopo di prevenire eventuali complicazioni", ha detto all'Ansa il primario del Pronto Soccorso dell'ospedale di Reggio Calabria Angelo Ianni a conclusione della direzione aziendale.

Il ministro della Salute Giulia Grillo ha assicurato che "faremo emergere tutte le responsabilità": "Quello che è accaduto al pronto soccorso del Grande ospedale metropolitano di Reggio Calabria, dove pazienti con fratture sarebbero stati curati con fasciature di fortuna e cartoni, è di una gravità estrema. Nessuno intende sottovalutare le oggettive difficoltà in cui gli operatori svolgono la loro attività, ma quanto accaduto, se confermato, è frutto di evidenti ed ingiustificabili carenze organizzative". 

Ospedale Cardarelli di Napoli al collasso | Foto di Nicola Clemente

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