rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Papa Francesco nella messa di Natale: “I migranti come Maria e Giuseppe”

Il Pontefice ha voluto dedicare al sua quinta veglia natalizia alle persone “costrette a fuggire dall'Erode di turno”, paragonando i genitori di Gesù ai popoli in fuga “alla ricerca di un luogo sicuro”

Papa Francesco ha voluto dedicare ai migranti la sua riflessione nella messa della notte di Natale celebrata nella basilica di San Pietro con centinaia tra cardinali, vescovi e sacerdoti. Bergoglio li ha paragonati a Giuseppe e Maria: “Nei loro passi vediamo le orme di milioni di persone che non scelgono di andarsene ma che sono obbligate a separarsi dai loro cari, sono espulsi dalla loro terra. Maria e Giuseppe, per i quali non c'era posto, sono i primi ad abbracciare Colui che viene a dare a tutti noi il documento di cittadinanza”. 

“A Betlemme – ha continuato il Papa -  si è creata una piccola apertura per quelli che hanno perso la terra, la patria, i sogni; persino per quelli che hanno ceduto all'asfissia prodotta da una vita rinchiusa, e il bimbo nella mangiatoia ci spinge a dare spazio a una nuova immaginazione sociale, a non avere paura di sperimentare nuove forme di relazione in cui nessuno debba sentire che in questa terra non ha un posto”.

In questa quinta veglia natalizia del suo periodo da Pontefice, Francesco ha insistito sul tema dell'immigrazione, per chi “è costretto a lasciare la sua terra e a mettersi in cammino per sopravvivere agli Erode di turno”. 

Bergoglio ha rivisto dei moderni migranti le stesse difficoltà di Giuseppe e Maria, in cerca di un posto sicuro in cui poter partorire Gesù: “Le loro condizioni di vita, i luoghi in cui erano obbligati a stare,  impedivano loro di osservare tutte le prescrizioni rituali di purificazione religiosa e, perciò, erano considerati impuri. La loro pelle, i loro vestiti, l'odore, il modo di parlare, l'origine li tradiva. Tutto in loro generava diffidenza. Uomini e donne da cui bisognava stare lontani, avere timore; li si considerava pagani tra i credenti, peccatori tra i giusti, stranieri tra i cittadini". Ma a loro l'angelo annuncia speranza e a loro si rivolge Gesù, "Colui che nella sua povertà e piccolezza denuncia e manifesta che il vero potere e l'autentica libertà sono quelli che onorano e soccorrono la fragilità del più debole”.

“E' tempo di trasformare la forza della paura in forza della carità, in forza per una nuova immaginazione della carità, che non si abitua all'ingiustizia come fosse naturale ma ha il coraggio, in mezzo a tensioni e conflitti, di farsi 'casa del pane', e terra di ospitalità”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Papa Francesco nella messa di Natale: “I migranti come Maria e Giuseppe”

Today è in caricamento