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Giovedì, 28 Marzo 2024
Antimafia

"Basta schiavitù": parte la carovana contro le mafie

Parte da Roma il 7 aprile e arriverà il 15 giugno in Sicilia. Organizzata da Arci, Libera, Avviso Pubblico con Cgil, Cisl e Uil il tema di quest’anno la tratta degli esseri umani

Un lungo viaggio per i diritti, la giustizia sociale e la legalità democratica. La marcia organizzata da Arci, Libera, Avviso Pubblico con Cgil, Cisl e Uil compie vent'anni e parte dalla Capitale il 7 aprile per concludere la sua prima tratta il 15 giugno in Sicilia.

Il tema quest'anno è la tratta degli esseri umani, un business di 25 miliardi di euro all'anno solo in Unione Europea. 270 mila invece sono le vittime dello sfruttamento sessuale, in maggioranza donne. Tutte le associazioni a delinquere la praticano e coinvolge soprattutto migranti, extra comunitari e non.

Nata nel 1994 in Sicilia qui la carovana farà una lunga pausa per poi riprendere in autunno verso la Serbia, la Romania, la Francia e, nel 2015, Malta. Sarà possibile anche consultare il diario del viaggio on-line sul sito www.carovanaantimafie.eu.

Proprio per il tema che ha deciso d'affrontare nel suo ventesimo compleanno, la carovana internazionale incontrerà anche il progetto internazionale Cartt (Campaign for Awareness Raising and Training to fight Trafficking), perché tratta degli esseri umani è sinonimo di schiavitù e sfruttamento del lavoro, non soltanto nel nostro Paese ma in tutto il mondo.

In particolare con la crisi le mafie sono riuscite a mettere le mani anche su ampie porzioni del mercato del lavoro migrante: da quello domestico a quello agricolo. Come sottolineano i dati del rapporto 'Agromafie e Caporalato' dell'Osservatorio Placido Rizzotto 43% è il tasso di sommerso occupazione nel caso dei lavoratori dipendenti. Oltre 600 milioni è invece il costo del caporalato sulle casse dello Stato in termini di evasione (cifra calcolata sulla media di 70 giornate lavorate l'anno) in un contesto dove l'economia sommersa nel settore agricolo sottrae un flusso di denaro all'economia legale superiore a 9 miliardi di euro l'anno (con un danno erariale altissimo). Sono poi 400mila i lavoratori agricoli che ogni giorno rischiano di confrontarsi con il caporalato, strumento che introduce nel mercato del lavoro nero: almeno 100 mila sarebbero i lavoratori considerati in grave condizione di sfruttamento, che include anche una condizione di disagio abitativo e ambientale.

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