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Venerdì, 19 Aprile 2024
Omicidi / Catania

Biancavilla, morti sospette in ambulanza per guadagnare sui funerali: un arresto

Svolta a Catania nell'inchiesta 'Ambulanza della morte'. Una persona è accusata di aver ucciso almeno tre malati terminali iniettandogli aria nel sangue

Tre pazienti morti in ambulanza in circostanze sospette. E l’atroce sospetto che dietro i decessi ci sia la mano di un uomo. Il movente? I soldi, ovviamente. C’è un fermo per il caso dei pazienti morti durante il trasporto dall’ospedale di Biancavilla (Catania) a casa. Come riferisce CataniaToday l'uomo arrestato si chiama Davide Garofalo, 42 anni. Secondo l’accusa i pazienti deceduti, tutti malati terminali, sarebbero stati uccisi per percepire dalle famiglie i soldi del trasporto e della vestizione dei cadaveri. Per ogni salma sembra che l’uomo ricevesse circa 300 euro. Per lui l'accusa è di omicidio volontario.

Morti sospette a Biancavilla: chi è l'uomo fermato

L’inchiesta, denominata appunto 'Ambulanza della morte', aveva preso il via alcuni mesi fa dopo le rivelazioni di un collaboratore di giustizia che accusò un uomo - le cui generalità non sono ancora state rese note - di aver iniettato volontariamente aria nelle vene dei pazienti. 

Successivamente, al momento della consegna della salma ai familiari, veniva riferito falsamente che il decesso era avvenuto per cause naturali durante il trasporto. Così i barellieri incrementavano il loro guadagno, svolgendo anche il servizio di trasporto e di vestizione dei defunti e percependo quindi circa 200- 300 euro.

"Pazienti uccisi per favorire le agenzie funebri"

I casi sarebbero iniziati nel 2012 e sono avvenuti tutti all’insaputa dell’ospedale e dei medici. Le prime rivelazioni il 'pentito' le aveva fatte in un'intervista al programma televisivo Le Iene e poi si era recato in procura per riferire dei fatti a sua conoscenza.

Neppure i parenti delle vittime si erano accorti di nulla: "Siccome era in agonia - avrebbe raccontato il pentito secondo TgCom24 - e sarebbe deceduto lo stesso, gli iniettavano dell'aria con l'agocannula nel sangue, e il malato moriva per embolia". Insomma "la gente non moriva per mano di Dio", ma per "guadagnare 300 euro". Il collaboratore ha inoltre aggiunto che  "erano i boss a mettere gli uomini sull'ambulanza".

Altri possibili casi

Sono oltre 50 i casi all'attenzione della Procura distrettuale di Catania di decessi avvenuti tra il 2012 e il 2016 sul quale sono stati svolti accertamenti nell'ambito dell'operazione. Di questi una decina, secondo le indagini dei carabinieri, hanno "una maggiore pregnanza", ma soltanto tre sono al momento i decessi portati all'attenzione del Gip che ha emesso l'ordinanza di custodia cautelare in carcere. Lo ha detto il procuratore aggiunto Francesco Puleio in conferenza stampa.

Morti sospetti in ambulanza: la notizia su CataniaToday
 

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