rotate-mobile
Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Bergamo

Yara, la perizia sulla felpa: "Forse il corpo non è rimasto tre mesi nel campo di Chignolo"

E' quel che sostiene il settimanale Oggi. La tesi si basa sulla relazione medico-legale di ben 470 pagine sulla quale l’anatomopatologa Cristina Cattaneo lavorò dal 28 febbraio all’11 agosto 2011 prima di consegnarla alla Procura

Nuovo capitolo della vicenda processuale di Massimo Bossetti, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio.

Sulla felpa dell’adolescente secondo gli avvocati del carpentiere di Mapello potrebbero esserci infatti le prove che il corpo della povera Yara  non è rimasto per tre mesi nel campo di Chignolo. Le accuse contro Bossetti potrebbero cambiare? E' molto improbabile, ma è quel che si domanda il settimanale Oggi. La tesi si basa sulla relazione medico-legale di ben 470  pagine sulla quale l’anatomopatologa Cristina Cattaneo lavorò dal 28 febbraio all’11 agosto 2011 prima di consegnarla alla Procura.

La felpa di Yara, che lei indossava sotto il piumino e sopra la maglietta, non mostra le lacerazioni provocate dagli animali - in particolare i roditori - e la polvere di ossido di calcio. I due elementi sono presenti invece sul piumino, sulla maglietta azzurra, sui leggins e sui calzini che la ragazza indossava quando scomparve, la sera del 26 novembre 2010. Tutti, ad eccezione della felpa, presentano segni evidenti del passaggio di animali e della polvere di calce. I legali di Bossetti cercheranno ora di mettere in piedi una nuova linea difensiva, presentando sul tavolo dei giudici un nuovo punto di vista.

L’ipotesi è che, dopo l'omicidio, a Yara siano stati sfilati il giubbino, la felpa e addirittura le scarpe. La ragazza sarebbe stata poi rivestita, poco prima dell'abbandono in quel campo. Se tale teoria venisse confermata lo scenario ricostruito dagli inquirenti cambierebbe.

Oggi mostra le tabelle illustrative sulle lesività rilevate sugli abiti della vittima, tabelle che dimostrano che le lesioni tafonomiche (cioè le lesioni causate da agenti esterni all’organismo dopo la morte) compaiono due volte sul piumino, 11 sulla maglietta, sette sui pantaloni e due volte sulle calze. L’unico indumento a salvarsi è stata la felpa, che è senza lacerazioni. Figurano solo lesioni da taglio. Inoltre sulla felpa non c’è una sola traccia di sangue, nemmeno nel punto corrispondente a quello della maglietta (il fianco destro) intriso di sostanza ematica. Se i due indumenti fossero stati indossati assieme dovrebbero essere macchiati nello stesso punto.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Yara, la perizia sulla felpa: "Forse il corpo non è rimasto tre mesi nel campo di Chignolo"

Today è in caricamento