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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Pillola abortiva nei consultori familiari: la rivoluzione parte dal Lazio

Dalla prossima estate la Ru486 potrà essere somministrata anche nei consultori: è la prima volta in Italia. Ma è già polemica. Insorge la Destra di Storace, plaudono Radicali, Mdp e M5s. La presidente della Laiga a Today: "Non è contro la 194"

Nel Lazio prende il via una sperimentazione che fa già discutere: a partire dalla prossima estate le donne potranno accedere all'aborto farmacologico con la pillola Ru486 anche nei consultori familiari. E' la prima volta che un provvedimento simile vede la luce in Italia.

L'obiettivo dichiarato da un lato è quello di "alleggerire" la pressione sugli ospedali e da un lato quello di "rendere l'accesso alla legge 194 il meno gravoso possibile per le donne", come ha spiegato Vincenzo Panella, direttore generale del dipartimento Salute e Politiche Sociali della Regione Lazio, dove già l'aborto chimico può essere effetuato in day-hospital. La sperimentazione durerà 18 mesi e rientra nel piano di riorganizzazione della sanità laziale. 

La novità ha creato subito malumore nei movimenti per il Family Day, che hanno già alzato la voce contro il concorso indetto all'ospedale San Camillo di Roma per ginecologi non obiettori, e anche all'interno della stessa giunta Zingaretti. 

La sperimentazione "è del tutto illegittima", dice Olimpia Tirza, nel consiglio regionale con la lista Storca, "non potendo essere praticato l’aborto chimico nei consultori, ma solamente, oltre che negli ospedali, nei poliambulatori pubblici adeguatamente attrezzati". Dalle colonne di Repubblica, la ginecologa Anna Pompili, una delle ideatrice del progetto, replica: "alcuni nostri consultori sono già dei poliambulatori, e sarà soltanto in queste strutture che si potrà fare l'aborto chimico".

L'iniziativa ha trovato il consenso anche della presidente della Laiga (Libera Associazione Italiana Ginecologi per l'applicazione della legge 194/78). "Già ora l'aborto con la Ru486 avviene in day hospital. In Francia la pillola è addirittura prescritta dal medico curante. L'importante è che tutto sia organizzato bene, la paziente deve poter andare ed essere seguita nei consultori, che devono essere attrezzati. Anche questo rientra nell''aggiornamento continuo' previsto dalla 194. Non credo sia contro la legge", dice la dottoressa Silvana Agatone a Today.

Plaudono i radicali. La sperimentazione "può costituire un importante passo in avanti nella tutela dei diritti delle donne, in una regione in cui il ricorso alla legge 194 viene ormai scientificamente sabotato da una strategia basata sull'adozione indiscriminata dell'obiezione di coscienza, che nel Lazio ha ormai superato la soglia critica dell'80%, sull'obbligo di ricovero utilizzato come strumento persuasione e sulla sistematica colpevolizzazione delle donne, che risponde al solo scopo di condizionare in modo indebito le loro scelte".

Con Zingaretti anche la consigliera regionale di Art-1 – Movimento democratico e progressista Marta Bonafoni, che parla di una "svolta attenta alle esigenze delle donne e all'efficienza della prestazione", e il M5s, con coda polemica. "Nel 2014 abbiamo depositato una mozione che impegnava la Giunta ad attivarsi per la distribuzione della RU486 anche nei consultori del Lazio per garantire il rispetto della legge 194 ed offrire alle donne la possibilità di scegliere un metodo meno invasivo di quello chirurgico. Siamo soddisfatti che una nostra proposta volta alla tutela della salute della donna sia stata accolta e che le donne residenti del Lazio abbiano l’opportunità di scelta, senza la necessità di recarsi in una struttura ospedaliera”, dice Silvia Blasi, capogruppo del M5S Lazio, auspicando che “in futuro Zingaretti peschi ancora nei nostri atti depositati negli anni scorsi quando si parla di tutela della salute e dei diritti dei cittadini del Lazio".

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